SIENA. Cresce il numero di chi ha perduto il posto di lavoro in provincia di Siena. Cresce la richiesta di cassa integrazione.
“Una situazione grave” ha sottolineato questa mattina Claudio Vigni, segretario della provinciale della Cgil in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato i responsabili delle categorie più disastrate. Metalmeccanici, pelletterie, chimici. Nei primi tre mesi dell’anno in mille hanno fatto domanda per il sussidio di disoccupazione ordinaria. Quindi mille posti di lavoro in meno. Aumenta la richiesta di cassa integrazione ordinaria. Più 2600% a gennaio rispetto al gennaio dello scorso anno, più 460% a Febbraio, più 200% a marzo. Poi c’è il settore degli artigiani che ha una cassa integrazione regolata da un accordo tra sindacato e aziende che hanno creato nel senese un fondo di sostegno al reddito a cui sono interessate 144 persone.
“Il dato ancora più preoccupante – ha detto Vigni – è stanno iniziando procedure di mobilità che riguardano varie aziende”. Un quadro molto difficile che ha indotto la Cgil nazionale a organizzare una manifestazione a Roma il 4 aprile. Vigni ha ripetuto quanto sia importante il ruolo del credito alle aziende per risollevare l’economia ed ha sollecitato a fare presto, per quanto riguarda Siena a impiegare rapidamente i 15 milioni della Fondazione alla Finanziaria senese di sviluppo e quelli del bando straordinario.
“La Banca – ha detto – deve fare di più di quanto non abbia fatto fino ad oggi”. Vigni ha poi suggerito che i soldi del bando ordinario della Fondazione siano finalizzati a investimenti immediati per rispondere alla crisi e ha proposto la creazione di una società strumentale da parte della stessa Fondazione per ricerca, produzione e installazione di fonti rinnovabili che serva trovare soluzioni per il risparmio energetico.
Visti più da vicino i singoli settori produttivi della provincia di Siena stanno vivendo un periodo davvero difficile. Ecco un quadro più dettagliato.
Metalmeccanico. In aumento la cassa integrazione ordinaria servita ha detto il responsabile della Fiom Marco Goracci a tamponare la crisi.-“Ma ora si passa ai licenziamenti”ha aggiunto. Alla Pramac che produce mezzi per sollevamento i licenziati potrebbero essere 60 su 200 dipendenti. Alla Macor di Sinalunga 10 persone su 100 dipendenti. 20 le procedure di licenziamento su 75 dipedendenti alla Fau che produce segnaletica stradade, Motivo i ritardi nei pagamenti delle amministrazioni. Rischio fallimento alla Swisell di Sovicille , attualmente con 35 dipendenti. Cassa integrazione alla Whirpool che non assumerà 150 persone stagionali da Febbraio a Novembre. In forte difficoltà la camperistica a Poggibonsi con il dimezzamento della produzione con 100 persone in cassa integrazione da mesi
Chimica. Problemi come sottolinea Thomas Borromeo responsabile del settore per la Cgil alla Bayer azienda multinazionale che ha trasferito lo stabilimento di Rosia in Lombardia, Bayer. In dieci aspettano una ricollocazione. Una trentina ha accettato l’incentivo a lasciare. Ma il lavoro lo hanno comunque perso. Alcuni sono andati a Novartis. Le Ceramiche di Siena che operano a Buonconvento dove su 100 dipendenti da mesi c’è cassa integrazione per 68. E’ inoltre aperta la mobilitazione volontaria per dieci. Non mancano “forti problematiche” per la liquidità. Forti preoccupazioni a Zapet,azienda dell’indotto che lavora anche per l a Whirlpool dove 38 dipendenti su 66 andranno in mobilità dopo il ricorso alla cassa integrazione che evidentemente non è servita. Torna in primo piano anche la Rcr (ex Calp) interessata ancora alla cassa integrazione straordinaria che dovrebbe interessare a rotazione i dipendenti. Alle Ceramiche Rampini di Radda che operava in particolare per il mercato Usa tutti gli otto dipendenti sono stati sospesi per due mesi. Chiusa infine la Florence di Casole senza alcuna prospettiva per un nuovo inizio. Perduti 154 posti di lavoro.
Pelletteria. “E’ un settore strategico per l’Amiata” puntualizza Tiziano Lazzarelli della Filtea. Un settore che negli anni 90 aveva 800 adetti. Oggi sono 550. Si producono borse del segmento medio alto soprattutto per marchi come Gucci e Prada. Ma sottolineano i sindacati i prezzi alla vendita sono alti ma la remunerazione del lavoro, soprattutto da parte di Gucci secondo i sindacati è inaccettabile. I salari arrivano ad un massimo di 850 euro al mese. Un atteggiamento quasi da terzo mondo. I numeri della crisi. Nel 2007 gli interventi del fondo di sostegno al reddito degli artigiani sono stati per 6318 ore, nel 2008 di 4698, nel febbraio di quest’anno si stimano 8204 ore nel marzo il dato provvisorio è di 22408 ore, 144 i lavoratori interessati. 25 i cassa integrati nel settore industriale. 60 i lavoratori sospesi