DdL Gelmini "la pietra tombale dell'Università pubblica e del Diritto allo Studio"
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SIENA. Dall’Assemblea Siena in Rivolta riceviamo e pubblichiamo.
“Oggi 30/11 l’Assemblea di Siena in Rivolta, rappresentante il coordinamento delle Facoltà occupate contro il DDL Gelmini, ha ancora una volta alimentato la protesta contro una legge che produrrà effetti devstatanti tanto sull’Università quanto sul Diritto allo Studio. La giornata è iniziata nel Rettorato occupato con lo svolgimento di due lezioni, tenute dal Professor Grasso, docente di Anatomia presso la Facoltà di Medicina, e la prof.ssa Aloisi, docente di Fisiologia Umana presso la stessa Facoltà. Inoltre gli studenti della Facoltà occupata di Ingegneria hanno bloccato il traffico a livello di Porta Romana. Il Consiglio Accademico dell’Università per Stranieri ha sancito per oggi il blocco di tutte le attività didattiche. Inoltre, gli studenti dell’Università per Stranieri hanno ancora una volta dimostrato la loro adesione alla protesta partecipando numerosi alle iniziative che si sono svolte nel corso della giornata. Successivamente è stata convocata un’Assemblea plenaria, che ha visto la partecipazione di centinaia di studenti da tutte le facoltà, per assistere alla discussione del DDL in Parlamento.
A fronte della protervia di un Governo, dimostratosi indifferente alle istanze poste dalla larga maggioranza delle componenti dell’Università, alle ore 16.00 è nato un corteo spontaneo che si è snodato lungo le vie del centro per poi occupare due snodi importanti del traffico cittadino: Piazza Gramsci, Strada di Pescaia e Porta Camollia. Infine, il corteo, composto da più di mille studenti, si è diretto in Piazza del Campo dove si è svolto un girotondo a favore della cultura e dell’università pubblica. Infine gli studenti si sono nuovamente diretti verso il rettorato dove è stata effettuata la proiezione del voto finale del DDL alla Camera.
Lo sdegno e la commozione degli studenti per ciò che appare come la pietra tombale dell’Università pubblica e del Diritto allo Studio è stato enorme. Pertanto si è unanimemente deciso di non rinunciare alla nostra protesta, di non abdicare al nostro futuro e di rivendicare, ancora una volta, ciò che ci spetta”.
(foto di repertorio)