Il PD a Siena sembra scivolare indietro nella storia, impaludandosi in atti vendicativi e di progressiva epurazione
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SIENA. “Caro Segretario, ti scriviamo per chiedere un tuo immediato e urgente intervento al fine di ripristinare la legittimità democratica e il pluralismo politico all’interno del Pd di Siena”. Inizia così la lettera che alcuni dirigenti e iscritti del Pd della provincia di Siena, sostenitori della candidatura non ammessa dell’ex presidente del consiglio comunale senese Alessandro Piccini a segretario provinciale del partito, hanno inviato al segretario nazionale del Pd, Pierluigi Bersani.
“In data 27 giugno è stato eletto in fretta e furia dall’assemblea territoriale del PD – è scritto nella lettera – un nuovo segretario provinciale, a distanza di una sola settimana dalle dimissioni della segretaria in carica. Una elezione alla quale avremmo voluto contribuire, anche per il valore intrinseco della persona proposta nonostante la sua giovane età, se ci fossero state le condizioni minime per valutarne il progetto politico, il programma, che è stato illustrato solo contestualmente all’apertura delle operazioni di voto, circoscritte al pomeriggio del 27 giugno. Visto il restringimento dello spazio politico di confronto, avevamo deciso di proporre una candidatura alternativa nella persona di Alessandro Piccini. Tale candidatura è stata esclusa, per motivi formali, e si è cercato perfino, da parte di numerosi membri dell’assemblea, di impedire ad Alessandro Piccini, con urla e altre aggressioni verbali, di prendere la parola avendone fatta richiesta. L’assemblea territoriale ha dovuto, così, limitarsi a prendere atto di decisioni calate dall’alto, definite a tavolino, davanti a caminetti ristretti, senza lasciare lo spazio di un dibattito democratico tra persone con visioni e progetti diversi”. Metodi non condivisi dalla metà dell’assemblea, prosegue a lettera, perché “all’elezione del segretario territoriale avvenuta nell’assemblea del 27 giugno scorso, su 406 aventi diritto hanno votato per il candidato “’unico’ soltanto in 213, la metà”.
“Riteniamo dunque indispensabile un tuo intervento – spiega ancora la lettera dei dirigenti e iscritti del Pd senese – volto a ribadire con forza i principi di pluralismo e democrazia all’interno del PD di Siena, anche in considerazione dell’avvicinarsi delle prossime scadenze elettorali che dovranno vedere un PD unito e coeso. Nella città di Siena, l’affermarsi di questa militarizzazione della vita politica ha prima portato al commissariamento del Comune, che mai avremmo voluto e che consideriamo un gravissimo errore politico ed una ferita per la comunità, e mina seriamente ogni possibilità futura di affermazione del PD. Il PD a Siena sembra scivolare indietro nella storia, impaludandosi in atti vendicativi e di progressiva epurazione di chi non appartiene al cerchio magico consolidatosi intorno ad un gruppo ristrettissimo, che occulta la ricerca della verità dietro una cortina fumogena di falsità e faziosità, intrise della cultura della delegittimazione personale degli altri. Errori sono stati commessi un po’ da tutti, ma sono superabili solo con un PD veramente unito ed unitario, capace di appassionare con le idee e di aggregare progetti ambiziosi, con il coraggio del confronto e la garanzia del pluralismo. Alle divisioni che indubbiamente oggi impiombano le ali della progettualità e della nostra capacità di iniziativa politica non sono estranei anche altri partiti e partitini che cercano di speculare sulle nostre discussioni per acquisire spazi e ruoli che altrimenti sarebbero assolutamente secondari. Crediamo opportuno che tu possa dare un segnale di serenità e di distensione, al fine di garantire il pluralismo e l’unità all’interno del nostro partito.
“In data 27 giugno è stato eletto in fretta e furia dall’assemblea territoriale del PD – è scritto nella lettera – un nuovo segretario provinciale, a distanza di una sola settimana dalle dimissioni della segretaria in carica. Una elezione alla quale avremmo voluto contribuire, anche per il valore intrinseco della persona proposta nonostante la sua giovane età, se ci fossero state le condizioni minime per valutarne il progetto politico, il programma, che è stato illustrato solo contestualmente all’apertura delle operazioni di voto, circoscritte al pomeriggio del 27 giugno. Visto il restringimento dello spazio politico di confronto, avevamo deciso di proporre una candidatura alternativa nella persona di Alessandro Piccini. Tale candidatura è stata esclusa, per motivi formali, e si è cercato perfino, da parte di numerosi membri dell’assemblea, di impedire ad Alessandro Piccini, con urla e altre aggressioni verbali, di prendere la parola avendone fatta richiesta. L’assemblea territoriale ha dovuto, così, limitarsi a prendere atto di decisioni calate dall’alto, definite a tavolino, davanti a caminetti ristretti, senza lasciare lo spazio di un dibattito democratico tra persone con visioni e progetti diversi”. Metodi non condivisi dalla metà dell’assemblea, prosegue a lettera, perché “all’elezione del segretario territoriale avvenuta nell’assemblea del 27 giugno scorso, su 406 aventi diritto hanno votato per il candidato “’unico’ soltanto in 213, la metà”.
“Riteniamo dunque indispensabile un tuo intervento – spiega ancora la lettera dei dirigenti e iscritti del Pd senese – volto a ribadire con forza i principi di pluralismo e democrazia all’interno del PD di Siena, anche in considerazione dell’avvicinarsi delle prossime scadenze elettorali che dovranno vedere un PD unito e coeso. Nella città di Siena, l’affermarsi di questa militarizzazione della vita politica ha prima portato al commissariamento del Comune, che mai avremmo voluto e che consideriamo un gravissimo errore politico ed una ferita per la comunità, e mina seriamente ogni possibilità futura di affermazione del PD. Il PD a Siena sembra scivolare indietro nella storia, impaludandosi in atti vendicativi e di progressiva epurazione di chi non appartiene al cerchio magico consolidatosi intorno ad un gruppo ristrettissimo, che occulta la ricerca della verità dietro una cortina fumogena di falsità e faziosità, intrise della cultura della delegittimazione personale degli altri. Errori sono stati commessi un po’ da tutti, ma sono superabili solo con un PD veramente unito ed unitario, capace di appassionare con le idee e di aggregare progetti ambiziosi, con il coraggio del confronto e la garanzia del pluralismo. Alle divisioni che indubbiamente oggi impiombano le ali della progettualità e della nostra capacità di iniziativa politica non sono estranei anche altri partiti e partitini che cercano di speculare sulle nostre discussioni per acquisire spazi e ruoli che altrimenti sarebbero assolutamente secondari. Crediamo opportuno che tu possa dare un segnale di serenità e di distensione, al fine di garantire il pluralismo e l’unità all’interno del nostro partito.