Ceccuzzi cala il suo asso per vincere la sfida
di Giacomo Zanibelli
SIENA. Dopo un avvio “sonnacchioso” del progetto siamo arrivati alla presentazione del direttore del progetto di Siena Capitale Europea della Cultura 2019: Pierluigi Sacco, docente di Economia della Cultura a Milano ed apprezzato in molti ambienti europei. Il professore ha subito evidenziato come spesso in molte realtà si tenda a “Disneyficare” il proprio territorio al fine di attrarre un numero sempre maggiore di turisti concentrandosi prevalentemente sulla quantità più che sulla qualità.
Sacco ha da subito incuriosito i presenti quando ha iniziato a spiegare quali sono le caratteristiche che una città dovrebbe avere per poter ambire a questo prezioso riconoscimento. La storia ci insegna, ha detto l’economista culturale, che vengono privilegiate le città in crisi e Siena per questo è la candita ottimale perché si trova in un evidente stato di difficoltà economica. Queste parole sono risuonate nell’animo dei presenti come un fulmine a ciel sereno. Tutti sappiamo della crisi che attanaglia la nostra città ma nessuno, a parte le opposizioni è chiaro, avevano mai avuto la schiettezza di dire queste cose. Cerchiamo però di andare oltre il problema delle colpe vere o presunte, dei santarellini e dei diavoletti, occupiamoci della vera protagonista: la nostra città.
Ascoltare Sacco è sicuramente piacevole anche come mero ozio intellettuale; la sua lezione di Economia della Cultura è stata molto utile per cercare di comprendere quello che il futuro ci prospetterà. Ad oggi restano da sciogliere alcuni interrogativi fondamentali: il sistema delle vie di comunicazione ci penalizza fortemente e purtroppo la loro realizzazione non dipende da noi ma da strutture superiori che non si sa bene che strade prenderanno nel breve e nel lungo periodo. La decisione della Regione Toscana di appoggiare il progetto ci rincuora moltissimo.
Superate queste problematiche logistiche nel ragionamento si arriva alle domande fondamentali per poter proseguire: che fare? Come iniziare?
La decisione di Sacco di aprire il Santa Maria della Scala ai cittadini e rendere partecipe la cittadinanza nelle scelte è condivisibile ed apprezzabile. Ognuno deve fare la propria parte, c’è bisogno dell’effervescenza di tutte le “grandi anime culturali” della città per affiancare un comitato locale, che a parte personaggi di spicco, sembra essere un po’ deboluccio. Allora sotto con le proposte. Anche noi nel nostro piccolo vogliamo invitare a sentire tutti su come vorrebbero la loro capitale della cultura.
Siena ha bisogno di far coesistere al proprio interno il “Sogno Gotico” con il post moderno. Anche nelle arti contemporanee c’è bisogno di progetti credibili che non portino a rivivere le esperienze negative del passato. Sarebbe interessante creare aree tematiche nei quartieri della città a seconda delle varie epoche dove i nostri splendidi edifici divenissero bene contenitore per i pezzi delle gallerie europee e mondiali. Ogni grande museo oltre alla parte visitabile presenta, in quantità sicuramente maggiore, una parte non visibile destinata a prendere polvere nei propri scantinati. Allora perché non investire proprio su quelle opere di nicchia e creare così delle aree di riferimento delle singole realtà nella nostra città? Sicuramente, e questo si capisce che è un sogno, un ruolo di primo piano lo potrebbe svolgere anche il complesso del Campansi, qualora si prendesse la decisione di creare una casa di riposo più moderna e fruibile. Proprio in quest’ultimo caso si realizzerebbe bene la teoria di Sacco: investire sulla cultura per rimettere in moto tutto il sistema. Le idee ci sono, le persone anche. Speriamo che quello del nostro primo cittadino sia davvero l’asso che ci permetta di chiudere la partita.