L'incontro è stato organizzato dal Comitato dei lavoratori della scuola di Siena
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SIENA. Il Comitato dei lavoratori della scuola di Siena ha pubblicato un lungo post su Facebook. Lo riportiamo di seguito.
“Il 18 marzo abbiamo organizzato come Comitato dei lavoratori della scuola di Siena un’assemblea pubblica che rispondesse alla domanda “voi come state?”, posta dagli operai del Collettivo Di Fabbrica – Lavoratori Gkn Firenze ai lavoratori di altri settori e ai cittadini. La domanda voleva essere sia un modo per avvicinarsi a quanti vivono la scuola e l’università tutti i giorni sia un richiamo al Collettivo Di Fabbrica – Lavoratori Gkn Firenze, che ha aperto negli ultimi mesi una strada, l’unica possibile per uscire dal marasma in cui siamo invischiati. Perciò, convinti che nessuno possa salvarsi da solo, abbiamo sfruttato l’occasione per chiamare i presenti a partecipare al corteo del 26 marzo di Firenze.
All’iniziativa erano presenti rappresentanti dei lavoratori della scuola, gruppi di studenti universitari, gruppi di studenti delle scuole superiori di secondo grado e lavoratori dello spettacolo. Riportiamo di seguito quanto emerso dall’incontro e invitiamo chi è interessato alla nostra attività a contattarci. Per questo e per molto altro #insorgiamo e #convergiamo !
Docenti
L’emergenza sanitaria ha eliminato la separazione tra tempo del lavoro e tempo privato, spesso il diritto alla disconnessione è negato, i docenti devono essere sempre reperibili per comunicare con la segreteria della scuola e con le famiglie degli alunni.
Gli ambienti scolastici sono inadeguati, oltre all’alto numero di alunni per classe, spesso le aule non sono a norma per ciò che riguarda la sicurezza e l’emergenza sanitaria lo ha messo chiaramente in evidenza; molti dei laboratori rimangono inutilizzati, attrezzati con strumenti obsoleti e manca il personale specializzato che dovrebbe occuparsi dell’organizzazione, della gestione e della manutenzione di questi laboratori.
I docenti vengono chiamati a sopperire a gran parte delle mancanze della scuola determinate da vari fattori concomitanti ma soprattutto dal taglio delle risorse che hanno ridotto il personale scolastico: i collaboratori spesso non sono in numero sufficiente, mancano i tecnici di laboratorio, mancano figure professionali che curino gli aspetti più specifici come la manutenzione della strumentazione digitale, mancano i professionisti specializzati che si prendano cura dei ragazzi con bisogni educativi speciali.
I precari costituiscono una percentuale altissima nel numero dei docenti; la condizione professionale e umana dei docenti precari influisce in modo determinante sullo svolgimento di un anno scolastico, i docenti precari se da una parte non vedono riconosciuta la loro posizione professionale, con tutte le tutele che questo comporta, dall’altra sono quelli che garantiscono il regolare svolgimento dell’anno scolastico.
La sicurezza dei docenti sul luogo di lavoro è stato un aspetto completamente ignorato, l’unica soluzione trovata è stata quella di obbligare i docenti a rimanere fermi, immobili, alla cattedra per mantenere la distanza di due metri, distanza che per altro in gran parte delle aule è impossibile mantenere in quanto il numero degli alunni è maggiore rispetto a quanti lo spazio potrebbe contenere.
L’inclusione rimane solo una bella parola perché le scuole non hanno ambienti adeguati, non vengono dotate della strumentazione necessaria e il numero degli alunni per classe non consente ai docenti di mettere in pratica un reale insegnamento inclusivo e rispettoso delle differenze individuali.
La digitalizzazione forzata avvenuta in molte scuole ha reso critica la gestione delle lezioni, in particolare alla scuola primaria perché, mancando le figure professionali che si occupino della manutenzione della strumentazione, in caso di guasti gli strumenti rimangono a lungo inutilizzabili.
La connessione alla rete nelle scuole è spesso difficoltosa, gli istituti scolastici non sono ancora adeguatamente attrezzati e le istituzioni spesso non sono d’aiuto.
La pandemia ha evidenziato il divario tra gli alunni che hanno possibilità, strumenti e risorse interne ed esterne e quelli che non hanno tutto questo, questo si tradurrà, durante la prosecuzione del percorso scolastico, nella possibilità di avere o meno occasioni per determinare il proprio futuro o migliorare le proprie condizioni personali e professionali. Il diritto allo studio viene di fatto negato perché saranno le differenze economiche a determinare il percorso degli studenti, chi ha meno risorse non avrà possibilità di scegliere.
Oltre a questo è sotto gli occhi di tutti la presenza di scuole di serie A e scuole di serie B (nelle città, nelle periferie, nei paesi di provincia): le prime hanno gli strumenti adeguati e le risorse necessarie per garantire un percorso efficace e proficuo ai propri alunni, le seconde sono mancanti di gran parte degli strumenti necessari a supportare i loro alunni, che molto spesso sono proprio quelli che hanno maggior bisogno di trovare dentro la scuola una compensazione alle mancanze dell’ambiente esterno e di trovare nella scuola la possibilità di riscatto sociale.
I docenti delle scuole superiori sottolineano che il tasso di abbandono scolastico è molto alto in Italia (14%) e sta aumentando ancora, il futuro del Paese è in pericolo, perché gli studenti fanno sempre più fatica a percepire la scuola come strumento per migliorare la propria vita e per costruire il proprio futuro. Le istituzioni non hanno preso seriamente in considerazione le azioni concrete per attutire l’impatto che questi tre anni di scuola in pandemia hanno avuto sul benessere psicologico degli studenti, che hanno dovuto rinunciare a tutto ciò che la scuola favorisce riguardo alle relazioni e alla crescita personale.
Studenti universitari
L’università vive da decenni, come le scuole degli altri ordini, nelle ristrettezza e nella mancanza di risorse in seguito a tagli ai finanziamenti che sono via via diventati più consistenti.
Spazi e ambienti, anche nelle università, sono inadeguati, i laboratori sono frequentemente preda dell’incuria e molto spesso funzionano grazie agli interventi di docenti e studenti che mettono a disposizione il loro tempo a titolo volontario per mantenerli funzionanti.
Gli studenti universitari sottolineano che anche in ambiente universitario emerge con evidenza che gli studenti con maggiori disponibilità economiche sono avvantaggiati rispetto a quelli con minori disponibilità perché possono permettersi di acquistare la strumentazione che rende più agevole seguire le lezioni e preparare gli esami.
La testimonianza di una studentessa iscritta all’università di Firenze fa emergere le numerose difficoltà di organizzazione che vivono gli studenti che vogliono frequentare le lezioni in presenza e l’adozione della pratica dei tornelli per l’ingresso ai locali universitari scoraggia l’accesso e la fruizione dell’ambiente universitario come luogo di scambio e confronto pubblico.
Gli studenti universitari sottolineano inoltre come siano rimasti completamente ignorati tutti gli aspetti che riguardano la ricaduta psicologica del periodo di emergenza sanitaria, e quindi dell’isolamento sociale, su studentesse e studenti.
La Regione Toscana ha approvato un piano di tagli ai finanziamenti per il diritto allo studio universitario. Il piano prevede una riduzione di 7 milioni per il 2023 e di 12 milioni nel 2024, quindi molti studentesse e molti studenti negli anni a venire non potranno permettersi di studiare all’università. Gli studenti di Cravos si sono organizzati e parteciperanno a un tavolo tecnico per discutere di questo argomento con il presidente della Regione Giani e l’assessora Nardini.
I fondi previsti dal PNRR per la ricerca confermano la direzione ormai consolidata all’interno delle università italiane per cui le azioni di ricerca vengono indirizzate dagli interessi di enti privati, sono strettamente legate a vincoli con le aziende private e quindi la ricerca si può sviluppare verso ambiti obbligati, non contano niente gli interessi degli studenti e dei docenti e non viene promossa la ricerca di base utile allo sviluppo sociale.
Gli studenti universitari beneficiari di borsa di studio sono sottoposti a una grande pressione per poter rimanere in pari con gli esami e quindi non essere esclusi dal beneficio della borsa di studio; l’ambiente universitario prepara gli studenti secondo un’ottica molto competitiva, fortemente influenzata dall’impostazione della competizione aziendale, e per niente improntata alla formazione di cittadini a tutto tondo.
Studenti medi
Gli studenti delle scuole superiori evidenziano in primo luogo la situazione critica degli spazi: aule sottodimensionate che accolgono un numero di alunni troppo alto, nelle quali è impossibile mantenere la distanza di sicurezza anti contagio; i laboratori che spesso non sono utilizzabili a causa della mancanza di strumentazione adeguata o non funzionante.
E’ evidente che tra gli studenti il divario economico tra le varie famiglie di provenienza determina criticità e differenze nella prosecuzione del percorso scolastico; non tutti gli studenti hanno la possibilità di avere gli strumenti necessari (computer, tablet, tavolette grafiche) per gestire il proprio percorso formativo così come è stato ed è tuttora richiesto dalla scuola a distanza.
Spesso sono gli stessi alunni che si trovano a dover risolvere i problemi di carattere tecnico all’interno delle aule perché mancano le figure dei tecnici specializzati e gli strumenti rimangono nell’incuria e nella trascuratezza per mesi.
La gestione dell’alternanza scuola-lavoro è molto spesso inefficace e presenta numerosi aspetti critici nell’ambito organizzativo, gli alunni non vengono interpellati riguardo alla definizione dei progetti che potrebbe essere interessanti per loro e per il territorio. Gli studenti medi ritengono che sia comunque positivo il fatto che nell’ultimo periodo gli studenti si siano attivati organizzando manifestazioni e mostrando il loro dissenso rispetto alle modalità proposte dal ministero per l’organizzazione dei progetti di alternanza scuola-lavoro.
I mezzi di trasporto continuano a essere insufficienti e sovraffollati, costituiscono spesso motivo di criticità, in alcuni casi gli alunni sono costretti a entrare in ritardo perché non sono disponibili autobus in numero adeguato.
Lavoratori dello spettacolo
I lavoratori dello spettacolo ritengono che investire nella formazione scolastica di qualità sia importante per favorire la promozione della cultura; lo studio e la scuola sono motori imprescindibili per promuovere l’arricchimento dell’individuo e per sviluppare le competenze per la formazione permanente delle persone che è in connessione diretta con la cultura e l’interesse per le arti”.