Riceviamo e pubblichiamo l’Interrogazione della Consigliera Comunale Monica Casciaro del Gruppo Consiliare Siena Sostenibile in merito alla cessazione del servizio pubblico delle attività di vestizione e iniezione conservativa dei cadaveri presso l’Obitorio delle Scotte.
“Premesso che:
– precedentemente al 13 gennaio 2025 il servizio di vestizione veniva effettuato dagli addetti necrofori dall’obitorio delle Scotte di Siena, i quali, si occupano anche di coricare il cadavere nella cassa portata delle imprese di onoranze funebri e trasferita dagli stessi nelle stanze del commiato adiacenti all’obitorio;
– dal giorno 13 gennaio 2025 è stato dato mandato dal Policlinico Le Scotte alle imprese di pompe funebri di occuparsi del servizio di vestizione e di puntura conservativa privatizzando tale servizio;
– l’obitorio delle Scotte dispone di una sola stanza con quattro tavoli adibiti alla vestizione dove le imprese funebri, a partire dal 13 gennaio, dovranno lavorare contemporaneamente in uno spazio ristretto, con potenziali situazioni problematiche in considerazione dei numerosi decessi presso la struttura ospedaliera;
– il parcheggio dell’obitorio, che già ora dispone di limitati posti auto destinati alle imprese di onoranze funebri, rischia di collassare e creare situazioni di criticità;
– per un servizio delicato come quello in questione, sarà ancora più difficile controllare che non si creino situazioni di favoritismo per talune imprese funebri;
Considerato che:
– le imprese funebri non saranno a conoscenza delle cause di morte (morte naturale, infettiva ecc) del deceduto;
- si prefigurano ulteriori costi per le famiglie con la privatizzazione del servizio in questione che attualmente è gestito dal pubblico;
Premesso altresì che:
– è fondamentale che sia garantita la sicurezza ed avere una struttura trasparente e funzionante;
SI CHIEDE DI CONOSCERE:
Se il Sindaco e l’assessorato competente siano a conoscenza o sono stati informati della privatizzazione del servizio di vestizione salme presso l’obitorio delle Scotte e, quali motivazioni hanno portato a tale scelta;
Se sia stata presa in considerazione l’opportunità di effettuare corsi di aggiornamento o assunzioni e dare un’indennità al personale attualmente adibito all’obitorio per evitare tale decisione;
Se risulta veritiero che le imprese funebri non potranno conoscere le cause dei decessi e conseguentemente poter far rispettare le normative vigenti in merito di salute pubblica (ovvero dovranno considerare tutti i cadaveri come se fossero infettivi e chiudere subito il cofano funebre senza dare modo alle famiglie di poter fare la veglia funebre);
Se il locale adibito alla vestizione è unico con più postazioni, come possa essere garantita la salvaguardia degli operatori che dovranno effettuare la vestizione in caso di cadaveri con malattia infettiva diffusiva e, dove verranno collocate le salme di successivi decessi se la stanza in questione deve essere sanificata;
Chi gestirà le celle frigorifere per i cadaveri che dovranno rimanere in sosta quando il crematorio non potrà accoglierle e se sarà sempre possibile portare le salme dalle abitazioni private in obitorio;
Se la scelta fatta di dare il servizio alle imprese funebri per la vestizione non porterà a maggiori costi per le famiglie;
Se alla privatizzazione del servizio in questione sarà attuata anche per altre tipologie di servizi.