SIENA. I Carabinieri del Nucleo Ispettorato del lavoro di Siena e quelli di Castelnuovo Berardenga hanno scoperto che su venticinque lavoratori impiegati a impiantare viti in un vigneto, venti erano stati assunti in nero a cinque euro l’ora. Sono entrati nel podere da più direzioni per evitare il rischio di fughe e hanno identificato tutti coloro che erano impegnati nei lavori agricoli. Si tratta di pakistani e marocchini, tre di loro clandestini in Italia, che saranno denunciati alla Procura della Repubblica. A parte l’impiego in nero, che rappresenta un’ipotesi penale autonoma, emerge il reato di sfruttamento della clandestinità dei tre immigrati. Vi è poi un’ipotesi di violazione delle norme sulla sicurezza del lavoro e la mancata effettuazione delle visite mediche propedeutiche all’assunzione. Il responsabile dell’aienda dovrà pagare una sanzione di circa ventiduemila euro. Deve invece essere valutata la posizione del titolare della società a cui fa capo l’azienda agricola, in quanto in contemporanea con i lavoratori in questione, ce n’erano altri nove, regolarmente assunti e dipendenti di una società della Provincia di Grosseto. Al momento non emerge invece quello che viene comunemente definito “caporalato”, vale a dire l’intermediazione nel lavoro altrui con pagamento di una “cresta” da parte del lavoratore a colui che gli procaccia il lavoro, in quanto non si rileva la presenza di arruolatori che non fossero anche datori di lavoro.