"Il valore e le ricadute economiche e promozionali di Strade Bianche non possono essere messi in contrasto con i diritti dei cittadini e le tradizioni della città"
SIENA. La manifestazione ciclistica per professionisti Strade Bianche è diventato in pochissimi anni un evento sportivo di rilievo mondiale, che garantisce visibilità e pubblicità positiva ad un territorio che vive (anche) di turismo. L’evento collegato per ciclisti amatoriali ha avuto una crescita esponenziale mai vista in Italia in un tempo così breve. La Gran Fondo Strade Bianche è arrivata a portare 5mila sportivi, con amici e famiglie (il 20 per cento dall’estero) a conoscere e soggiornare nel nostro territorio. Per questi motivi le due manifestazioni vanno sviluppate e tutelate con attenzione dall’Amministrazione Comunale, come fanno da anni a Gaiole in Chianti con l’Eroica. Pertanto la cosa peggiore che il Comune poteva fare è trascurare l’impatto di un evento così grande e complesso sulla vita quotidiana dei residenti, che subiscono inevitabili disagi, ma che vanno assolutamente e doverosamente contenuti e ridotti al minimo. Il Sindaco non può lavarsene le mani, come se non fosse il Comune a dover sovrintendere all’organizzazione complessiva valutando tempestivamente eventuali coincidenze con altri aspetti della vita della città. L’incidente con la Nobile Contrada dell’Aquila (che solo grazie al senso di responsabilità dei contradaioli non è degenerato) e gli innumerevoli disagi patiti da tanti cittadini sono stati causati da pressapochismo e carenze che non sono giustificabili dopo anni di esperienza. Il valore e le ricadute economiche e promozionali di Strade Bianche non possono essere messi in contrasto con i diritti dei cittadini e le tradizioni della città. L’Amministrazione Comunale aveva il dovere di tutelare entrambe e non l’ha fatto, come nel caso della coincidenza con la partita casalinga del Siena, che ha distolto molti addetti delle Forze dell’Ordine e della Polizia Municipale. Il Sindaco De Mossi avrebbe dovuto chiedere scusa e chiarire chi ha sbagliato, impegnandosi da subito per migliorare l’organizzazione di un appuntamento divenuto irrinunciabile, così da ridurre al minimo i disservizi per la collettività.