"L'aministrazione annuncia con 1 anno e mezzo d'anticipo la rinuncia a gestire il museo con Opera"
SIENA. Da Bruno Valentini (PD) riceviamo e pubblichiamo.
“Soprattutto in un periodo come questo, dove la risorsa-turismo è a rischio e con essa il lavoro di centinaia di imprenditori e lavoratori del settore, suscita perplessità la decisione dell’Amministrazione Comunale di comunicare con un anno e mezzo di anticipo la rinuncia alla possibilità di gestire il Santa Maria della Scala insieme ad Opera – Laboratori Fiorentini, che dipende da Civita, uno dei principali soggetti nazionali dei sistemi museali ed espositivi. Il Santa Maria della Scala incarna la maggiore opportunità culturale della città e del territorio, ma da un anno naviga a vista, dopo il licenziamento del direttore che aveva contribuito a rilanciarlo, la rinuncia ad individuare un’alternativa nonostante la selezione nazionale già bandita, l’istituzione dell’ennesima commissione sulla ricerca della forma giuridica perfetta e la rinuncia ad una adeguata programmazione, parzialmente surrogata dalla disponibilità di Civita a proporre iniziative sostitutive. Persino la famosa “donazione” della collezione di arte contemporanea è alfine arrivata a Siena su pressione di Civita. Per constatare la pochezza della pianificazione messa in atto dal Comune, provate a domandare quanti siano stati i biglietti venduti per la mostra su Tex Willer, il principale evento (!) dell’inverno senese, ovviamente di seconda mano perchè si è persa la capacità di produzione culturale autonoma. Non spetta certo all’opposizione indicare alla Giunta come sviluppare i rapporti con i gestori dei servizi, ma è incomprensibile che se c’era qualcosa da contestare a Civita non si sia aperta una trattativa per migliorare il funzionamento e l’attrattività del Santa Maria della Scala. Del resto, proprio questa è la loro capacità e la loro cifra, visti anche i continui risultati conseguiti da Civita sul sistema museale del Duomo, che continua a mietere successi ed a muovere flussi turistici eccezionali verso il territorio senese. Le poche cose che si muovono al Santa Maria della Scala sono i progetti di restauro ed i finanziamenti che la Giunta ha ricevuto in eredità da quella precedente, concertati con la Regione Toscana. A gridare scandalo è anche la rinuncia da parte del Comune a mettere in atto la progettualità con cui Civita aveva vinto la gara per gestire il Museo Civico e che si basava su un semplice principio, che ha determinato la svolta per il Santa Maria della Scala, biglietteria unica compresa. Ossia una premialità economica da riconoscere al gestore nel caso che le nuove attività e la riorganizzazione degli spazi espositivi avessero prodotto un incremento misurabile degli ingressi, il cui maggior introito sarebbe stato diviso fra Amministrazione Comunale e soggetto gestore, funzionando quindi come concreta incentivazione. A distanza di due anni dalla gara, tutto è desolatamente fermo. E gli ingressi calano. Perchè? Non è credibile insinuare che la ragione è che si vuole valorizzare le energie locali, da parte di una Giunta infarcita come mai prima da soggetti esterni a Siena e che ricorre continuamente a professionalità esterne alla città. Il timore è che ci sia, come dire, un’ ossessione contro chi non è schierato “militarmente” a favore dell’Amministrazione, distinguendo tutti gli interlocutori in base al principio che “chi non è con me è contro di me”, prescindendo dal merito e premiando solo la fedeltà. Ma così la città non va avanti, ma solo indietro”.