Ma serve un'azione immediata per la riduzione dei capi
SIENA. «Ben venga una legge regionale “speciale” per la risoluzione del problema ungulati ma deve essere solo il primo passo di un più ampio impegno concreto e mirato a normative d’immediata esecuzione per la difesa delle nostre colture. Ne va del futuro degli agricoltori e dell’economia legata alla terra che, come tutti sappiamo, in Toscana e in provincia di Siena in particolare rappresenta, una gran fetta dell’occupazione». Così il direttore dell’Unione Provinciale Agricoltori di Siena Gianluca Cavicchioli interviene a margine della presentazione da parte dell’assessore all’agricoltura della Regione Toscana Marco Remaschi di una legge obiettivo contro il sovrappopolamento di ungulati.
«E’ ormai finito il tempo dei proclami e quello delle misure preventive – aggiunge Cavicchioli – ed è il momento delle azioni fattive e delle normative urgenti e risolutive. Quasi quotidianamente i nostri associati si rivolgono a noi lamentando danni da fauna selvatica. Anche gli indennizzi e i risarcimenti sono ad oggi palliativi per un’azienda che non solo rischia di vedere in fumo il lavoro di una stagione ma quello di un’intera vita. Basta pensare che in un mercato come quello attuale sempre più concorrenziale se un produttore esce anche solo per una stagione è quasi tagliato fuori. Accogliamo con favore le parole e l’impegno del neoassessore Remaschi – prosegue il direttore di Upa Siena – che si è fatto carico delle istanze degli agricoltori ed ha inserito il problema ungulati in cima alla lista della sua agenda politica. D’altronde lo stesso problema era in cima alla lista delle priorità per l‘agricoltura senese che avevamo stilato prima delle elezioni e sottoposta a tutte le forze politiche. Ora non dobbiamo perdere d’occhio l’obiettivo della risoluzione che non può prescindere dalla drastica riduzione dei capi. Un obiettivo che deve passare anche dalla stretta e fattiva collaborazione tra agricoltori e cacciatore tramite il coinvogimento diretto, anche dap arte delle istituzioni, delle nostre associazioni di categoria, dell’Atc e delle associazioni venatorie. Tutti insieme non dobbiamo più incappare in provvedimenti che non sono risolutori come ad esempio recinzioni o dissuasori che addirittura sono impattanti da un punto di vista ambientale. Tutti insieme – conlude Cavicchioli – dobbiamo adoperarci per recuperare il tempo perduto dietro a proclami e mancati provvedimenti, dobbiamo seguire la strada dell’emergenza e la nuova legge “speciale” annunciata dalla Regione Toscana mi pare vada in questa direzione».