Il commento positivo dell'associazione studentesca Cravos
La decisione del Senato è motivata dal recente, ed evidente, cambiamento del clima politico e civile. L’insistenza di una retorica nazionalista e militarista inedita nella storia dell’Italia costituzionale; la militarizzazione crescente di scuola e università; la preoccupazione per un orientamento della Nato in direzione diversa da quella costruzione di «pace e giustizia tra le nazioni» che l’articolo 11 mette come condizione per la cessione di sovranità alle organizzazioni internazionali non possono sfuggire ad un Ateneo internazionale, che in forza del proprio Codice Etico, «respinge ogni forma di nazionalismo, riconosce come patria il mondo intero e l’umanità tutta. Ripudia la guerra, in ogni sua forma».
In questo mutato quadro internazionale, il Senato ha ritenuto di non includere nell’offerta di tirocini dell’Ateneo la presenza a bordo delle navi militari italiani
Il Senato ha poi deciso di mantenere aperto il rapporto con la Marina Militare, invitando il suo personale a occasioni di formazione in mediazione e relazioni internazionali presso l’Ateneo.
“Durante il Senato Accademico dell’Università per Stranieri di Siena del 30 gennaio, le rappresentanti dell’associazione studentesca Cravos, Rachele Matteucci e Giorgia Miolano, hanno proposto l’interruzione del tirocinio Mare Aperto con la Marina Militare. Il Senato, all’unanimità, ha votato per interrompere la convenzione.
L’esercitazione Mare Aperto è la principale attività addestrativa della Squadra Navale italiana e nel 2024 ha coinvolto circa 9.500 militari di 22 nazioni, di cui 11 membri della NATO. Questa collaborazione rientra in un più ampio processo di relazioni tra università e settore militare, un fenomeno sempre più sistematico negli atenei italiani.
Non possiamo più tollerare che i saperi elaborati nelle università vengano messi al servizio dell’industria bellica e dei settori della difesa. L’Italia ospita già diverse infrastrutture strategiche della NATO, sfruttando territori come Sardegna, Sicilia e Toscana per esercitazioni militari su larga scala e installazioni di basi militari.
Il processo di militarizzazione dei saperi e la subordinazione della società civile alle esigenze del comparto militare sono sotto gli occhi di tutti: un esempio è la base militare di Teulada, in Sardegna, oggetto di continue richieste di smantellamento da parte della popolazione locale. Alla luce di questo contesto anche Unistrasi ha ritenuto insostenibile il coinvolgimento di studenti e studentesse in operazioni come Mare Aperto.
Con determinazione, Cravos si è battuta per interrompere questa convenzione, lavorando affinché l’Università per Stranieri si orientasse verso opportunità di tirocinio più etiche e umane, nel segno di un mondo più solidale e non diviso da frontiere, in cui le armi lascino spazio a mani che soccorrono. Unistrasi ha già attivato collaborazioni con l’ONG Emergency e, durante il Senato, è stata avanzata la proposta di un accordo con Medici Senza Frontiere Italia Onlus per sviluppare attività e progetti di ricerca congiunti.
Come Cravos ribadiamo la nostra posizione antimilitarista: la NATO non è un’alleanza difensiva ma un attore attivo nei conflitti globali, responsabile, al pari di altri soggetti internazionali, dell’instabilità e delle guerre in corso. La guerra non devasta solo i territori con le bombe, ma affama i popoli e alimenta crisi economiche che colpiscono le fasce più deboli della società.
La decisione presa all’unanimità del Senato Accademico di Unistrasi rappresenta il risultato di un intenso lavoro di Cravos che, per oltre un anno, ha esercitato pressioni sugli organi di Ateneo e sui professori responsabili del progetto. Non vogliamo più essere, in nessun modo, complici delle guerre che si consumano nel mondo. Il 30 gennaio l’abbiamo dimostrato, e continueremo a farlo”.