SIENA. Nell’Aula Magna di Piazza Rosselli a Siena si è svolta la tradizionale inaugurazione dei Corsi di Lingua e Cultura Italiana per Stranieri dell’Università per Stranieri di Siena, un appuntamento importante che ha segnato l’avvio della 105a annata.
La giornata di festa è iniziata con i saluti del Rettore dell’Università per Stranieri Tomaso Montanari, del presidente della Commissione della Conferenza dei Rettori per gli Affari Internazionali, rettore Maurizio Tira e della Capo Ufficio per l’internazionalizzazione al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, consigliera Simona Battiloro. Sono seguiti gli interventi del direttore del Dipartimento per gli studi umanistici Giuseppe Marrani e della direttrice del Centro CLUSS, Carla Bagna.
Il rettore Montanari ha ricordato la missione dell’Università per Stranieri, ancora più importante in un contesto come quello odierno, in cui il mondo torna ad essere polarizzato e in cui le relazioni internazionali risultano compromesse: come recita lo Statuto dell’Ateneo, il multiculturalismo e il plurilinguismo praticati ed insegnati all’Università per Stranieri servono proprio a costruire una società pacifica e una pacifica convivenza, nell’urgenza di tornare a sentirsi parte di un’unica nazione, quella umana.
Ed è proprio in questo senso che opera il doppio binario su cui si muove l’offerta dell’Ateneo: l’insegnamento – da più di cento anni – della lingua e della cultura italiana, che oggi si affianca all’insegnamento di 13 lingue europee ed extraeuropee, permette “agli stranieri di imparare ad essere italiani e agli italiani di imparare ad essere stranieri”.
Nonostante due anni di mobilità limitata a causa della pandemia, l’Università per Stranieri di Siena ha portato avanti moltissime attività, avviato nuovi progetti e nuove collaborazioni.
Esistono rapporti molto stretti con molti Paesi, dai quali giungono ogni anno numerosi studenti e studentesse. Tra questi, gli studenti turchi, circa 80, in arrivo ad agosto dall’Istituto Italiano di Cultura e dai licei di Istanbul, e poi studenti e studentesse dalla Cina, dal Giappone, dalla Corea del Sud, dalle università americane – come la Northern Arizona University – e dalle Università di Porto Rico, dagli Emirati Arabi Uniti, da Gerusalemme, dall’Austria, dal Belgio. Inoltre, è stato recentemente firmato un accordo con l’Istituto Italiano di Giacarta per corsi a distanza.
Nel 2021 l’Università per Stranieri di Siena ha avuto circa 3373 studenti stranieri/mese, ovvero 1100 iscritti, per 90 diversi Paesi e 250 classi. Sono molti inoltre i progetti che danno vita a percorsi e a partenariati specifici: continuano il Foundation Year, un corso preparatorio che costituisce un ponte di accesso al mondo accademico italiano da parte di studenti che si sono formati in sistemi di istruzione molto distanti, e i corsi di scambio afferenti al progetto Marco Polo/Turandot, dedicati agli studenti cinesi in arrivo in Italia dal primo settembre.
Quest’anno un ulteriore percorso è stato avviato: dal mese di aprile vengono offerte attività di formazione linguistica a favore di profughi dall’Ucraina – in particolare donne e bambini ma anche ricercatori universitari, nonché attività di supporto didattico agli insegnanti italiani su tutto il territorio nazionale.
Altre attività e progetti sono stati presentati nel corso dell’inaugurazione, tra cui la quarta edizione dell’International Summer School “Language policy and language planning” appena conclusasi, e la redazione dei sillabi di lingua italiana per la Georgia, la Libia e l’Egitto, tutti progetti ed iniziative inserite nell’archivio universitario, recentemente risistemato e oggetto, nel prossimo futuro, di lezioni specifiche sui percorsi portati avanti negli anni dagli studenti.
A chiusura della giornata di festa, l’Università ha ospitato nel pomeriggio alle 17 il tradizionale Appuntamento musicale dell’Accademia Musicale Chigiana con gli allievi del corso di chitarra e musica da camera del maestro Oscar Ghiglia. A seguire è stato presentato in anteprima il documentario “La lezione di Oscar” di Salvo Cuccia.