Lo chiede Salvino Gangi di In campo
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SIENA. Da Salvino Gangi di In campo riceviamo e pubblichiamo.
“Cambiamenti climatici, alluvioni, dissesto idrogeologico, terremoti, negli ultimi anni sono eventi che caratterizzano i nostri territori, e siamo per questo continuamente davanti a numerosi scenari di rischio. Cosa fare quindi, qual è il primo passo? A questa domanda dobbiamo dare una sola risposta, Costruire la Cultura della “Consapevolezza Civile” per far crescere una Comunità Resiliente.
La protezione civile, È un patto stretto con la comunità. Di questo sono convinti molti sindaci della Toscana. Molti, certo, ma non tutti. Perché questa materia, così sensibile e delicata, ha bisogno di essere alimentata attraverso la promozione della cultura, della formazione e (non ultima) di una buona e corretta informazione.
Anche in tempo di pace. “Quello che manca nel sistema è proprio la consapevolezza degli amministratori e dei cittadini” dice Paolo Masetti, geologo e disaster manager delegato per la protezione civile sia in Anci nazionale sia in Anci Toscana, oggi Sindaco di Montelupo; “Molti dicono: pago le tasse, quindi in caso di emergenza ci pensa lo Stato. Ecco, questo è un ragionamento sbagliato. Siamo tutti operatori di protezione civile. E un Sindaco, quando indossa la fascia tricolore, non riceve solo l’onore, ma ha anche l’onere di sopportare tutte le conseguenti responsabilità”.
Fenomeni non improbabili in un Paese fragile come l’Italia e in una regione come la Toscana che in più di un’occasione, non solo nella storia recente, ha dovuto fare i conti con lutti drammatici e danni ingenti, hanno portato il Legislatore a emanare il nuovo Codice di Protezione Civile, (Legge 1/2018) che introduce un concetto rivoluzionario: “la consapevolezza del rischio accettabile”.
In questo contesto l’Amministrazione Valentini, si è mossa da tempo, e con le giuste modalità, andando ad analizzare tutto il territorio comunale ed elaborando il Piano di Protezione Civile, tra i cui punti fondamentali vi sono la comunicazione e il coinvolgimento dei cittadini, delle Istituzioni e soprattutto delle Associazioni di Volontariato quale parte attiva per diffondere la consapevolezza di quel che comporta “il Rischio Accettabile”.
Concludo, facendo mia una frase dell’ ex capo della Protezione Civile e ora consigliere della Presidenza del Consiglio dei Ministri Fabrizio Curcio “…dopo l’approvazione di questa nuova legge ci troviamo di fronte a una sfida. Non abbiamo più scuse. La Sicurezza? È sicuramente un costo, anche, e soprattutto un diritto di libertà”.”