Il vero pericolo fascita è altrove ed ha le caratteristiche di un potere sovranazionale
di Mauro Aurigi
SIENA. Le polemiche scatenate quest’anno per la ricorrenza della Liberazione sono state di diverso tipo. In alcune città il caso è stato provocato dalla ipotizzata e insostenibile presenza nello stesso corteo dei sostenitori della Brigata Ebraica che ancor prima della costituzione dello Stato Ebraico partecipò in Italia alla resistenza contro il nazifascismo, e di diverse sigle della moderna “resistenza palestinese”, che a quella resistenza non parteciparono (anzi, all’epoca molti arabi musulmani militarono nelle SS di Hitler).
A Siena invece è stata la provocatoria inaugurazione della sede della neo-fascista Forza Nuova, proprio nei giorni immediatamente precedenti al 25 aprile, a far scoppiare la reazione dell’associazionismo cosiddetto democratico. Così Forza Nuova e di rimbalzo anche la più veterana CasaPound hanno avuto, grazie alla reazione degli altri, il loro insperato quarto d’ora di celebrità.
E anche il sindaco Valentini ha dato una mano con due infuocati interventi grondanti retorica, lacrime e sangue: un comunicato stampa il 15 aprile e dieci giorni dopo un comizio in Piazza del Campo. A leggerlo e sentirlo sembrerebbe che il nostro sindaco non si sia accorto che dal quel lontano 1945 i tempi sono cambiati (il suo eloquio è drammaticamente simile a quello dei preti rossi – gli intellettuali del Pci – quando catechizzavano negli anni ‘40-’50 la base composta soprattutto da gente incolta e in maggioranza semi-analfabeta. Com’è facile dichiararsi antifascista, quando il fascismo non c’è più! Ma forse il nostro sindaco non è così sprovveduto: ha solo sfruttato questa occasione per farsi una bella passerella pensando alle prossime elezioni.
SPARARE CON UN CANNONE SU UN PASSERO SPENNACCHIATO
Ma il nocciolo del problema è un altro: in sostanza si è sparato col cannone a un passero spennacchiato. I quattro gatti in camicia nera – che ci sono sempre stati e sempre ci saranno – di CasaPound e Forza Nuova non rappresentano alcun pericolo. Al massimo potrebbero scontrarsi violentemente con frange di studenti della sinistra estrema, che però non ci sono più. No, il fascismo vero è un altro: è quello che riesce ad allearsi con il grande capitale, ma c’è bisogno che quest’ultimo per fare il grande passo si senta minacciato. Ed ora il grande capitale finanziario globale non è minacciato, anzi è lui che minaccia, senza alcun bisogno di ricorrere agli sgangherati nostalgici fuori tempo massimo, fuori della Storia. Neanche Mussolini sarebbe entrato nella Storia senza l’alleanza con i grandi proprietari terrieri e con i grandi industriali spaventati dalla rivoluzione russa: Agnelli, Pesenti, Pirelli, Falck, Parodi Delfino, Piaggio, Borletti, Crespi, ecc.: erano ben 45 i massimi industriali italiani da lui nominati nel senato fascista. E neanche Hitler, senza i Krupp e compagnia cantante, oggi lo ricorderemmo. Per non dire del fascismo di Pinochet in Cile senza la multinazionale nordamericana AT&T. Ma possiamo lontanamente immaginarci che un Marchionne possa fare da sponda a Casapound e Forza Nuova? E non perché il Sergio italo-canadese non vorrebbe, ma perché non ne ha bisogno.
Insomma per contenere i nostalgici ragazzotti assurti in questi giorni agli onori della cronaca, bastano e avanzano le leggi esistenti che sono chiare e inequivocabili. Ossia: se ci sono gli estremi basta una denuncia o un esposto e la magistratura vaglierà se c’è reato o meno. Per concludere: non possiamo vederli come una minaccia reale, a parte un po’ di quell’umana compassione che sempre si prova quando si tratta di gente così.
MAI PRIMA UN ATTACCO COSÌ FORTE ALLA NOSTRA GIOVANE E INCOMPIUTA DEMOCRAZIA
No, il fascismo è un altro ed è una spada di Damocle che da un paio di decenni ha cominciato a penderci nuovamente sul capo. E non c’entrano niente quelle due organizzazioni parafasciste. C’entra e molto, per esempio, l’americana JPMorgan, il massimo mostruoso colosso finanziario del pianeta, responsabile dell’ancora attuale, spaventosa crisi detta dei subprime e che per questo è stata costretta a risarcimenti per ben 13mld di euro attuali (un’occhiata a Wikipedia a proposito degli scandali in cui è stata coinvolta, sarebbe quanto mai opportuna e istruttiva).
Ecco il rischio che corriamo. In un documento di 16 pagine del 28 maggio 2013 la JPMorgan, dopo aver insistito sulla necessità di interventi politici a livello locale, elenca così gli “orrori” delle costituzioni troppo “socialiste” dei paesi sud europei, Italia inclusa:
- governi deboli nei confronti dei parlamenti (capperi! è in discussione un principio basilare della democrazia, quello del parlamento che controlla il governo!)
- governi centrali deboli nei confronti delle regioni (un’altra fondamentale norma democratica: le autonomie locali!)
- tutela costituzionale dei diritti dei lavoratori (dunque non è solo l’art. 18 del nostro statuto dei lavoratori che dava fastidio!)
- diritto di protestare (sic!) nei confronti di provvedimenti che modifichino lo status quo.
ECCOLA L’ALLEANZA CHE FA PAURA
Si poteva essere più fascisti di così? E sarà mica un caso che subito dopo Renzi corra da Berlusconi e Verdini per modificare la nostra Costituzione nella precisa direzione indicata dalla JPMorgan? Organi di stampa l’estate scorsa avevano riferito di un asse tra JPMorgan (in cui ha un ruolo di peso Vittorio Grilli, già nostro ministro dell’economia) e l’ex premier Renzi, che sarebbe anche andato a pranzo con il super capo della potentissima banca d’affari a stelle e strisce, Jamie Dimon.
Nel frattempo quel mostro finanziario diventa consulente e azionista del Monte dei Paschi (dopo Profumo e Viola proprio la ciliegina sullo sconquasso della banca senese!). E non sarà mica un caso che JPMorgan si sfili dal piano di salvataggio del Monte – dopo le svariate centinaia di milioni incassati per consulenze – appena sette giorni dopo il risultato disastroso (per lei, ovviamente) del referendum del 4 Dicembre u.s.?
Quel referendum sì che è stata lotta antifascista di popolo! Come vi avrà votato il nostro renzissimo e antifascistissimo sindaco?
Ecco l’alleanza che fa paura: quella di Renzi con JPMorgan (e con Verdini e Berlusconi)! Altro che i rigurgiti fascisti di CasaPound e Forza Nuova!
Ma il nostro sindaco, ovviamente, non vi ha minimamente pensato.
(E poi ci sarebbero il TTIP e il CETA, ma il discorso, già troppo lungo, diventerebbe indigeribile. Ne riparleremo.)