FIRENZE. Il tribunale del riesame ha respinto il ricorso presenetato dall’avvocato De Martino, difensore di Andrea Corti, ex dg dell’Ato Sud, agli arresti domiciliari dal 9 novembre scorso.
“Andrea Corti – scrivono i giudici – è stato il promotore dell’attività illecita; non pago dello stipendio di professore universitario e della remunerazione quale direttore dell’Ato Toscana Sud ha fatto mercimonio della sua funzione per finalità di lucro, mettendosi a disposizione dei privati pagatori e intraprendendo con loro, in una situazione di conflitto di interessi, attività imprenditoriali”. Gli stessi giudici dichiarano quindi di condividere le argomentazione del gip sulla “spregiudicatezza” e “imbarazzante fame di denaro” di Corti, che avrebbe dovuto controllare il servizio di gestione integrata dei rifiuti nelle province di Arezzo, Siena e Grosseto (appaltato per vent’anni a Sei Toscana per 3,5 miliardi) e, invece, in “permanente conflitto di interessi” e in “commistione di ruoli” era diventato “consigliere e co-gestore del servizio appaltato, in totale accordo con Eros Organni, l’amministratore delegato di Sei Toscana.
Corti è indagato per corruzione, concussione per induzione e turbativa d’asta.