I tentativi quasi contemporanei sono andati a vuoto grazie al sangue freddo di tre anziane
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SIENA. Tra le tredici e le tredici e quindici di ieri (9 ottobre), fra via Orlandi e via Cesare Brandi, un gruppo ben organizzato di truffatori ha tentato di colpire tre diverse donne anziane, secondo il classico schema della telefonata che annuncia un grave incidente stradale del figlio, con forti responsabilità penali e civili per il risarcimento del danno.
Il centralinista della banda, spacciandosi per avvocato, sosteneva che per risolvere in maniera tempestiva ed evitare che la situazione si incancrenisse, creando danni patrimoniali ancora maggiori, era necessario pagare subito, chiudere i possibili contenziosi. Naturalmente, per la buona riuscita del raggiro, il figlio della signora di turno doveva risultare infortunato e non poter provvedere in proprio. Pertanto un collaboratore dell’avvocato sarebbe passato a riscuotere, qualora la donna avesse manifestato la volontà di fornire il necessario apporto. La truffa si gioca sulla rapidità del procedere delle tappe dell’inganno. Se così non fosse, la vittima avrebbe il tempo di ragionare e di subodorare il raggiro, magari consigliandosi con una persona di fiducia. La ciliegina sulla torta dell’imbroglio è data dal fatto che dopo aver consigliato alla donna di chiamare il 112 per informarsi presso i Carabinieri sui dettagli dell’incidente, l’anonimo non chiude il telefono e resta in linea. Dopo aver digitato il 112, la vittima si illude di parlare coi Carabinieri, ma in realtà continua ad interloquire col truffatore che le conferma la propria versione dei fatti.
I Carabinieri di Siena e gli organi di stampa hanno nei mesi scorsi ampiamente pubblicizzato l’esistenza di queste truffe e di altre consimili, mettendo in guardia in particolare quei soggetti vulnerabili che sono il chiaro obbiettivo dei malfattori. Nell’anno in corso ben dodici persone sono state denunciate per truffa dai Militari dell’Arma. Si tratta di “pendolari”, che compiono le loro incursioni secondo schemi consolidati, con poche variazioni sul tema.
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Posto di blocco dei Carabinieri
Evidentemente le campagne di informazione sono servite a qualcosa e dei tre tentativi segnalati nessuno è andato in porto. In un caso l’anziana non aveva figli e dunque la storia del figlio infortunato le è subito apparso come il frutto di un equivoco o di un imbroglio. Negli altri due le donne hanno subito sentito puzza di bruciato e hanno chiamato i Carabinieri al 112. L’immediato accorrere delle gazzelle dell’Arma e dei militari in borghese del Nucleo Investigativo non ha potuto produrre frutti. Il blitz di quegli anonimi personaggi si è esaurito in pochi minuti ed essi si sono rapidamente eclissati senza lasciare tracce. Almeno questa è stata la prima impressione.
Le ricerche sono appena cominciate e le indagini sono state intraprese con l’audizione delle vittime e di altre persone informate sui fatti. Tutte le centrali operative della Toscana sono state messe in allarme. Quei signori potrebbero proseguire la loro azione in altri territori limitrofi. I Carabinieri consigliano, laddove la vittima designata o un suo congiunto riuscissero a mantenere molta lucidità e sangue freddo, di intrattenere il truffatore, di accettare l’appuntamento e allungare i tempi, in maniera da consentire l’intervento degli investigatori e la cattura in flagranza di reato di soggetti spietati che amano approfittare della debolezza di persone indifese.