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di Augusto Mattioli
SIENA. Un detenuto attualmente in carcere a Ranza ha confermato questa mattina in Corte di assise le circostanze del presunto pestaggio nei confronti di un giovane tunisino da parte di cinque agenti della polizia penitenziaria, che sarebbe avvenuto nel mese di ottobre 2018 nel corso di un trasferimento da una cella ad un’altra.
Nella precedente udienza del 4 novembre un altro detenuto aveva raccontato la stessa storia. Richiesto dal Pm Valentina Magnini di dire se nell’aula del palazzo di giustizia ci fossero tra i cinque imputati gli autori del pestaggio del detenuto l’uomo ne ha indicati alcuni ed ha riconosciuto qualcuno degli agenti anche dalla visione di fotogrammi delle telecamere interne del carcere.
I cinque agenti imputati devono rispondere dei reati di lesioni aggravate, falso ideologico e tortura.
Il testimone ha amche riferito di essere stato colpito alla testa da un pugno, mentre era alla porta della sua cella, da dove aveva assistito a quanto era accaduto, e aveva protestato con colpi alla porta.
Nel corso dell’udienza è stata ascoltata anche la dottoressa del carcere, contestata dai legali della difesa, che hanno sottolineato che aveva stilato due referti per ognuna delle persone colpite diversi nella forma e nella sostanza. Una circostanza che fa dire loro che in questo comportamento “ci sono evidenti problematiche”.