Lo evidenzia l'indagine svolta da Confindustria Toscana Sud e presentata oggi
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di Erica Nencini
SIENA. Confindustria Toscana Sud ha presentato il report sull’applicazione della normativa legata alla fiscalità dei rifiuti. La TARI, tassa sui rifiuti, dovrebbe andare a coprire i costi del Comune a fronte del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti del territorio. La tassa viene calcolata sulla base della superficie calpestabile di unità immobiliari che possono produrre rifiuti ed è dovuta a chiunque possegga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte. L’ente locale, cioè il Comune, è responsabile della ripartizione dei costi da coprire attraverso la tassa tra utenze domestiche e non domestiche sulla base di criteri razionali. La classificazione dei rifiuti dovrebbe rispettare sia criteri qualitativi che quantitativo, ma ad oggi molti comuni non riportano esatti criteri quantitativi.
L’indagine condotta dalla Confindustria Toscana Sud si è proposta di analizzare proprio questi criteri e di rilevare se, nei vari comuni presi in esame, avviene la corretta applicazione delle norme al momento di classificare i rifiuti speciali urbani.
Ciò che è emerso è un quadro molto diversificato da comune a comune che porta ad un’applicazione difforme delle normativa, proprio sulla base di quei criteri arbitrariamente definiti dagli enti. I dati parlano chiaro: su 101 comuni toscani solo 28 hanno assimilato correttamente i rifiuti mentre i restanti 73 presentano dei regolamenti non conformi e carenti di criteri quantitativi di assimilazione.
“Quello che è emerso dalla ricerca è che la tassazione dei rifiuti è applicata in modo “randomico”, senza una continuità che unisca le province – ha affermato il Vicepresidente di Confindustria Toscana, Marco Busini- Tra comuni confinanti ci sono interpretazioni diverse e Confindustria Toscana, nell’ottica di tutelare le proprie aziende, ma anche di fornire un quadro chiaro che possa generare delle riflessioni sul tema, ha deciso di condurre questa ricerca in modo che chiunque possa riflettere sulla gestione dei rifiuti urbani e speciali.”. Ha poi continuato:” Lo scopo è quello di confrontarci con le amministrazioni comunali perché se da una parte abbiamo l’obbligo di sollevare un problema, dall’altra vogliamo fornire una possibile soluzione fornendo un quadro normativo chiaro.”.
Di fatto, l’indagine svolta è stata recapitata a tutti i sindaci dei Comuni delle province di Arezzo, Grosseto e Siena senza però ricevere degna considerazione, fatta eccezione per l’Assessore all’ambiente di Monteriggioni che ha richiesto un confronto sul tema. “Ci siamo rivolti anche alla Regione per chiedere opera di coordinamento – ha dichiarato Mario Bernardini, curatore dell’indagine -. Ancora oggi stiamo aspettando una risposta”.