Il Magistrato ed ex direttore dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro sarà presente a Siena, al forum Safety meets Culture, mercoledì 8 e giovedì 9 maggio
SIENA. “Come dopo ogni strage sentiamo solo invocare più controlli, mostrare numeri e inventarsi norme aberranti, come nell’ultimo decreto PNRR con lo scudo per i datori di lavoro ispezionati, o la patente a punti, dove un operaio morto viene calcolato scalando punteggi, come per la tessera di un supermercato. Da nord a sud, da Brandizzo a Casteldaccia, passando per Bologna e Firenze, l’Italia è unita dalle stragi sul lavoro. Se in questo Paese il lavoro uccide cinque volte più della mafia, ferisce una persona al minuto, lo Stato deve agire, subito e senza compromessi, non può seppellire morti dicendo che manca la cultura della sicurezza. Mancano l’applicazione delle norme, le sanzioni per chi dà lavoro irregolare, la celerità dei processi. Se questo Paese ha ancora una coscienza abbia il coraggio di spiegare ai figli dei morti di oggi chi e perché non ha fatto nulla dopo ogni strage”.
Lo afferma Bruno Giordano, magistrato di Cassazione ed ex direttore dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, a margine della strage accaduta a Casteldaccia, provincia di Palermo. Alla vigilia dell’evento Safety meets Culture, il forum dedicato alla sicurezza sui luoghi di lavoro, altri 5 morti sul lavoro si aggiungono alla già lunga lista dei nomi elencata dai dati INAIL. Il magistrato sarà presente a Siena, al forum Safety meets Culture, mercoledì 8 e giovedì 9 maggio.