"Il 25 aprile, il 1° maggio e il 2 giugno fanno parte della nostra storia, cultura e identità"
SIENA. Da Pietro Staderini riceviao e pubblichiamo.
“Il 25 aprile, il 1° maggio e il 2 giugno sono tre prossime ricorrenze della nostra storia, della nostra cultura e della nostra identità italiana.
In questa occasione sarebbe un’opportunità iniziare a pensarle come tali e non tirarle da una parte o da un’altra: sono patrimonio di tutti gli italiani e di tutta la nazione, senza appartenenza di sorta.
Il 25 aprile è il ricordo del passaggio a uno Stato di forze democratiche e al ripristino della legalità. Alcide De Gasperi, allora Presidente del Consiglio, la istituì quale festa nazionale nel 1946.
Il 1° maggio è in ricordo delle rivendicazioni dei lavoratori che, dopo anni di violenze, a inizio del ‘900 si vollero incontrare per esercitare una forma di pressione affinché si potesse affermare la loro autonomia. Il primo articolo della Costituzione italiana, cita appunto che “l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro”.
Il 2 giugno, infine, si celebra il compleanno della nostra Repubblica. Questo ricorda il referendum attraverso il quale nel 1946, gli italiani scelsero al posto della monarchia, la forma repubblicana. Nel 1949 venne riconosciuta come festa nazionale ed è uno del simboli patrii italiani.
La storia di queste tre rievocazioni, dimostra che sono tre eventi italiani, non di altri e nemmeno di una parte. Su queste tre date i valori civici dovrebbero tendere all’unità e alla condivisione della concordia.
Dobbiamo essere consapevoli del fatto che facciamo parte di una comunità e di essere in stretta correlazione con altri. Per questo, avere senso civico significa rispettare gli altri, il gruppo, la comunità e sentire il senso di responsabilità oltre che di appartenenza”.