L'analisi di Piccini su ciò che poteva e non è stato
SIENA. Da Pierluigi Piccini riceviamo e pubblichiamo.
“Leggendo i giornali e mettendo in relazione le affermazioni di Valentini con quelle di Pitteri si potrebbe fare un unico articolo. Proviamoci! Se si legge l’accordo del ministro Melandri del 2000 si vedrà che nessuno ha mai parlato di trasferimento della Pinacoteca, ma di riunire alcune collezioni al Santa Maria della Scala di proprietà dello Stato, degli Enti Locali senesi e della Diocesi di Siena. Una ricomposizione di ordine filologico mai tentata di questa importanza in Italia. Tenendo anche conto che diverse opere in deposito alla Pinacoteca sono di proprietà del Comune e della Provincia, a mio parere gli amministratori successivi all’accordo non hanno messo la determinazione necessaria e la volontà per attuare l’intesa raggiunta che impegnava lo Stato, ma neppure, ad esempio, per mettere in sicurezza l’affresco oggetto di discussione in questi giorni.
Una finestra alla disponibilità di quanto sopra descritto si è aperta, comunque, con l’autonomia speciale della Pinacoteca che non è stata sfruttata, mi riferisco alla visita e all’incontro di Franceschini con De Mossi, presente anche Enrico Letta, allora al ministero campeggiava la figura di Salvo Nastasi. Interessante che Pitteri faccia riferimento a un importo come 30 milioni di euro per recuperare l’intero Ospedale. Ma che strano! Sono proprio le quantità a disposizione del segretario generale del Ministero per i grandi progetti.
Ho netta la sensazione che in quel momento è passato un treno che qualcuno non ha voluto prendere. Forse per questioni politiche: il merito sarebbe andato alla sinistra e si avvicinava la scadenza elettorale, non so il perché, ma si è persa una opportunità. Nulla di scritto, ma è una storia che gira nei corridoi romani.
Alcune osservazioni finali, se si pensa di avere tutta la somma necessaria per recuperare l’intero edificio del Santa Maria della Scala, auguri! Sarebbe bene avere il progetto finale, che esiste e procedere a stralci esecutivi capaci di richiedere finanziamenti, come facevano gli amministratori che sapevano fare. Differentemente da come è stato gestito in questi anni con l’alibi dell’arma miracolosa, il Santa Maria della Scala è rimasto spazio indeterminato, vuoto dove poter fare di tutto e di più.
Una precisazione il Progetto Canali è un schema quadro non esecutivo per i singoli interventi. È vero che per opportunità, forse legata alla tempistica, è stato trasformato in un progetto esecutivo almeno per una singola parte. Una nota divertente e di colore, ma sintomatica della situazione nella quale ci troviamo: la Corticella in venti anni è stata inaugurata tre volte.