Le città come cantieri per lo sviluppo di soluzioni innovative basate sulla natura
SIENA. Il 16 e 17 giugno Siena ha partecipato alla conferenza internazionale dal titolo “Nature for Innovative and Inclusive Urban Regeneration (NATiURB)”, un evento organizzato da URBiNAT, progetto H2020 di cui è partner il Comune di Siena, finanziato nell’ambito del programma europeo Demonstrating innovative nature-based solutions in cities.
Due giornate aperte al pubblico e ai ricercatori per parlare delle sfide che stanno affrontando le città, in un delicato passaggio da un modello di sviluppo tradizionale a un processo di rigenerazione urbana che promuova un cambiamento sostenibile, inclusivo, salutare, innovativo ed equo nel dialogo con i cittadini e la natura.
La prima giornata si è tenuta presso la sede di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli (FGF) e ha visto protagoniste le città che partecipano al progetto URBiNAT, che hanno presentato il loro lavoro in ambito di analisi, co-design e co- governance dei processi per l’ideazione di “healthy corridor” (corridoi verdi della salute) nelle diverse città.
Siena ha presentato il percorso di partecipazione intrapreso nell’area di studio, il quartiere di Ravacciano e nella valle verde sottostante, sottolineando le sfide e opportunità che questo progetto presenta per l’intera comunità.
Alla tavola rotonda dedicata alla co-governance delle Nature-Based Solutions, ha partecipato l’assessore alle Politiche Giovanili Clio Biondi Santi insieme ai referenti politici di alcune delle città coinvolte. L’incontro è stato l’occasione per interrogarsi su come gestire e integrare partecipazione dei cittadini all’interno delle strategie di programmazione politica di un’amministrazione e quali sono le criticità che questo approccio dal basso presenta.
“Coinvolgere i cittadini in attività di rigenerazione urbana è insieme una grande opportunità e una sfida per i decisori politici – ha spiegato Biondi Santi – attivare un processo partecipativo, senza rischiare di farlo diventare una forma di propaganda, permette di innescare quel circolo virtuoso che vede protagonisti cittadini, tecnici e politici per trovare le soluzioni migliori per la crescita e lo sviluppo di un territorio”.
“Se è vero – continua Biondi Santi – che c’è il rischio che il coinvolgimento dei cittadini (ad esempio nella gestione di un bene comune) sia visto come una forma di de-responsabilizzazione della classe politica, se ci pensiamo bene i politici sono al servizio della comunità con cui creano un rapporto di fiducia. Permettere una partecipazione più diretta significa, quindi, condividere la responsabilità per la cura dei beni comuni e farsene carico insieme”.
La seconda giornata si è svolta al campus universitario Iulm dove sono state presentate ricerche ed esperienze sulle metodologie di analisi e gestione della partecipazione in contesti e con pubblici diversi. Un approccio più scientifico che ha permesso di mettere in contatto diversi interlocutori, italiani ed europei, che stanno sperimentando metodologie per la rigenerazione dei territori urbani.
Il progetto URBiNAT proseguirà fino a tutto il 2023 con un percorso di co-design con i cittadini di Ravacciano, l’individuazione di Nature Based Solutions già esistenti e la sperimentazione di nuove soluzioni per migliorare la vita nel quartiere in termini di sostenibilità ambientale e sociale.