Vigni (PD) ha chiesto delucidazioni sulla situazione finanziaria della società partecipata da Sienambiente
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SIENA. La notizia, recentemente riportata dalla stampa, sui presunti reati fallimentari della società Scarlino Energia, partecipata da Sienambiente, è stata oggetto nella seduta consiliare di ieri, 26 luglio, di un’interrogazione di Simone Vigni (PD) sottoscritta anche dalla collega di gruppo Rita Petti. Vigni ha chiesto informazioni “sulla veridicità di quanto pubblicato dai media relativamente alla grave crisi finanziaria di Scarlino Energia e all’istanza di fallimento richiesta dalla Procura della Repubblica di Grosseto e da due creditori dell’azienda”. Il consigliere ha domandato al sindaco “se fosse informato dell’indagine in corso e quali saranno le conseguenze dell’eventuale fallimento di Scarlino Energia su Sienambiente e sulla gestione del ciclo dei rifiuti nell’ATO Sud”; infine, “quali iniziative intende assumere nei confronti dei soggetti risultati sottoposti a indagine”.
Il sindaco Bruno Valentini ha sostenuto che la vicenda è stata riportata sulla stampa in modo poco chiaro e ha fornito alcuni elementi informativi: “La Procura di Grosseto ha richiesto il fallimento di Scarlino Energia, reiterando una richiesta che la Procura e altri due creditori avevano già presentato ma che era stata subordinata dal Giudice alla conclusione della procedura concordataria in atto. La società, infatti, ha presentato una proposta di concordato in continuità per la crisi finanziaria in cui versa”.
Il primo cittadino ha spiegato che i motivi di questa crisi sono dovuti principalmente alla discontinuità di funzionamento dell’impianto, che dopo il 2008 è stato oggetto di annullamento dell’autorizzazione integrata ambientale per difetti di istruttoria. Poi ha informato che il concordato è stato ammesso dal Tribunale di Grosseto il 17 dicembre 2015. “Il concordato in continuità sarebbe reso possibile dall’ottenimento, per la terza volta, di una nuova autorizzazione ambientale integrata, giunta nell’ottobre 2015. Per adesso, quindi, non si può parlare tecnicamente di crac”. Valentini ha aggiunto che in sede di assemblea dei creditori di Scarlino Energia, svoltasi lo scorso 9 giugno, l’avvocato che rappresenta i due creditori ha messo agli atti una certificazione della Procura di Grosseto nella quale sarebbero indagati gli amministratori della società. “L’indagine ipotizza il reato di bancarotta fraudolenta e sarebbe partita sulla base di un esposto presentato dallo stesso avvocato per conto di due creditori. In questo momento, quindi, sembra un atto dovuto da parte della Procura, anche se per essere considerata come fraudolenta la bancarotta dovrebbe essere conclamata, mentre invece non lo è ancora”.
Come ha spiegato il sindaco, “il fallimento di Scarlino Energia implicherebbe l’interruzione di ogni attività, con 65 lavoratori a rischio occupazionale. A ciò vanno aggiunte le criticità sull’indotto e, per le aziende creditrici, nel recupero di quanto dovuto; infine, si registrerebbe una fisiologica perdita di valore da parte dei soci”. Nel merito della partecipazione indiretta del Comune di Siena, Valentini ha detto che “Siena Ambiente ha già totalmente svalutato la partecipazione di Scarlino Energia dai propri bilanci, per cui non ci sarebbe alcuna conseguenza patrimoniale, anche indiretta”.
“Diversa considerazione, invece, meriterebbero la cessazione o la mancata ripresa delle attività – ha continuato – perché il piano di rilancio prevede la ripresa dell’attività, nel secondo semestre del 2017, con la combustione dei rifiuti prodotti dalla provincia di Grosseto, a seguito degli interventi di ripristino della piena funzionalità. In termini generali, l’ipotetico fallimento di Scarlino Energia potrebbe determinare seri problemi alla gestione dei rifiuti urbani anche nel territorio senese e in tutta la regione”. Nelle ricognizioni effettuate nei mesi scorsi dal Ministero dell’Ambiente sulle capacità del ciclo dei rifiuti, la Toscana aveva infatti previsto di soddisfare il fabbisogno di recupero energetico con la prospettiva di mettere in funzione l’impianto dell’area fiorentina, che però è ancora da realizzare e che vede la forte opposizione del Comune di Sesto Fiorentino, “mentre quello di Scarlino – ha puntualizzato Valentini – sarebbe solo da riavviare”. “Anche tramite la partecipata Sienambiente abbiamo chiesto aggiornamenti sulla vicenda, confidando nell’operato della Magistratura, alla quale chiediamo solo che l’indagine si concluda rapidamente. Nel contempo, auspichiamo la ripresa delle attività, nell’interesse dei creditori, dei lavoratori e dei soci. Non dimentichiamo che la proposta concordataria, per essere ammessa, necessita di un’attestazione da parte di un professionista qualificato e indipendente, che è stata positiva. Inoltre, si attende la valutazione, obbligata anche questa, da parte del Commissario Giudiziale nominato dal Tribunale di Grosseto, che in questo momento ha espresso un primo giudizio positivo”.
Il sindaco ha concluso citando proprio un passaggio del parere fornito dal Commissario Giudiziale, il quale ha rilevato “una condotta del debitore finalizzata a salvaguardare il patrimonio aziendale, nella convinzione di poter riprendere l’attività produttiva e così preservare anche l’attuale livello occupazionale. A questa convinzione, aggiungo la mia personale fiducia verso gli amministratori, dei quali ho potuto apprezzare in questi anni un’indiscussa serietà e professionalità”.
Vigni ha ringraziato il sindaco per la risposta “che denota come le preoccupazioni siano fondate sia sul fronte occupazionale e del recupero dei crediti sia per quanto riguarda la funzionalità del ciclo di gestione dei rifiuti. Vigiliamo attentamente e facciamo tutto il possibile per evitare la chiusura dell’impianto di Scarlino”.