Il Convegno ha suscitato l’interesse sia delle autorità sia del pubblico intervenuto, e sono state portate alcune esperienze vissute per la malattia di familiari
SIENA. Nella Sala delle Lupe del Palazzo comunale di Siena sabato 17 febbraio si è fatto il punto sulle cure palliative a Siena.
Le associazioni Quavio e Noi Siena hanno organizzato un incontro con la partecipazione delle istituzioni territoriali interessate (Regione Toscana, Comune di Siena, Ausl Toscana sud-est, Azienda Ospedaliera Universitaria Senese, Università di Siena, Medici di Medicina generale) che si sono confrontate, in una tavola rotonda moderata dalla giornalista Laura Valdesi, con l’esperienza portata dalla dottoressa Danila Valenti, Direttore della Rete di Cure Palliative della provincia di Bologna e membro del CdA dell’Associazione Europea delle Cure Palliative.
Le cure palliative hanno ormai perso la connotazione negativa di cure “inutili”, per assumere invece il significato di cure finalizzate a raggiungere la migliore qualità di vita possibile per la persona malata e per i suoi familiari.
Si tratta quindi di dare risposta ai bisogni, che sempre più spesso sono sia sanitari che sociali, in una fase della vita di particolare fragilità. Per poter esplicare la massima efficacia, è necessario che vengano attivati i seguenti criteri organizzativi:
- che la Rete di cure palliative possa prendersi cura della persona malata e dei suoi familiari precocemente, e non soltanto negli ultimi giorni di vita della persona malata. Infatti non possono essere troppo brevi i tempi utili a creare e a consolidare rapporti personali di fiducia, attraverso i quali si può ottenere la piena condivisione degli obiettivi di cura con la risposta più soddisfacente possibile ai bisogni della persona malata e dei suoi familiari.
- che la Rete di cure palliative possa erogare le prestazioni in diversi setting assistenziali: preferibilmente a domicilio del paziente, ma anche in ambulatori presenti nei presidi ospedalieri, ed in apposite strutture, gli hospice, dove sia possibile ricreare un ambiente il più possibile simile all’ambiente domestico.
- che la Rete di cure palliative sia coordinata da una centrale operativa attiva nelle 24 ore, per assicurare una risposta efficace e continua, che non lasci mai la persona malata ed i suoi familiari soli con i loro problemi, e costretti a ricorrere a strutture dedicate ad attività che danno risposte non attinenti ai loro bisogni (118, presìdi di Pronto soccorso).
- che la cultura delle Cure palliative sia diffusa a livello di base a tutti i Medici di Medicina generale, e che venga effettuata una formazione continua a tutto il personale dedicato.
Attuando tutte queste modalità, nella provincia di Bologna si è ottenuta una riduzione dei ricoveri in ospedale nell’ultimo mese di vita, e la mortalità in ospedale delle persone seguite dalla rete di cure palliative è passata dal 42% all’11 %.
E’ uno dei pochi casi in sanità dove ad una maggiore qualità dell’assistenza con una più appropriata risposta ai bisogni corrisponde un utilizzo di risorse meno costose.
Il Convegno ha suscitato l’interesse sia delle autorità sia del pubblico intervenuto, e sono state portate alcune esperienze vissute per la malattia di familiari.
Il convegno si è concluso con l’auspicio che anche a Siena si vengano ad attuare i presupposti organizzativi e strutturali necessari per ottimizzare il lavoro della Rete di cure palliative, offrendo la miglior qualità di vita possibile anche in occasione di eventi negativi quali la sopravvenienza di una malattia incurabile nell’ambito di un nucleo familiare. A Siena è già presente l’Unità operativa di Cure palliative, che svolge, anche in collaborazione con la Quavio, la sua attività positivamente e con professionalità; l’attuazione dei presupposti sopra citati permetterà di ottimizzare il lavoro e portarci ai livelli di qualità che la città merita.
Noi Siena e Quavio la pensiamo così!