Meglio pensare a treni e assi viari più efficienti e moderni

SIENA. Da Siena Pirata riceviamo e pubblichiamo.
“«All’ordine Facite Ammuina: tutti chilli che stanno a prora vanno a poppa e chilli che stanno a poppa vanno a prora: chilli che stanno a dritta vanno a sinistra e chilli che stanno a sinistra vanno a dritta: tutti chilli che stanno abbascio vanno ‘ncoppa e chilli che stanno ‘ncoppa vanno abbascio passanno tutti po stesso pertuso: chi nun tene niente a ffà, s’aremene a ccà e a llà”.
A questo c’ha fatto pensare il presidente del Consiglio regionale Scaramelli mentre lo ascoltavamo durante la trasmissione de Il Punto sul futuro dell’Aeroporto di Ampugnano[1]. In sintesi, c’è sembrato di capire che qualsiasi cosa pare andar bene per togliere Siena dal suo atavico isolamento, aeroporto incluso, e poco importa se parliamo di risorse pubbliche che potrebbero essere usate inutilmente: qualcosa bisogna fare, quindi facciamolo!
Seppur apprezziamo la strategia empirica, noi, che forse siamo meno lungimiranti, ci acconteremmo di avere i tre assi stradali principali (Siena-Firenze, Siena-Grosseto e Siena-Bettolle) funzionali e decorosi, a doppia corsia e un limite di almeno 110 km/h.
A voler volare alto (con la fantasia, eh!), non ci dispiacerebbe poter avere anche un collegamento diretto con Arezzo, per il quale la “direttissima” a 4 corsie si blocca a Monte San Savino ormai da tempo immemore, costringendo a salire fino a Lucignano lungo una strada provinciale stretta e piuttosto pericolosa.
Sui treni, che dire! Anche qui le tre direttrici sono rimaste ferme a inizio ‘900: binario singolo, niente elettrificazione della linea, corse scarse e inefficienti. C’è sembrato di sentir dire a Scaramelli di una linea diretta Siena-Roma: ci acconteremmo anche di meno, come una “banale” Siena-Chiusi in tempi accettabili, da cui poi raggiungere Roma in meno delle 2 ore e mezza richieste dal Bus.
Insomma, senza volersi ripetere, in fondo dell’aeroporto noi “normali” cittadini senesi c’interessa poco. Chi vorrebbe prendere un aereo per Firenze? O per Arezzo? Forse, anche per questo Ampugnano è lì, da decenni, senza reali prospettive di sviluppo: banalmente, per le esigenze della stragrande maggioranza dei senesi, non ce n’è il bisogno.
Anche perché, lo ribadiamo, parlare di Ampugnano senza parlare delle infrastrutture che dovrebbero essere realizzate a corredo dello stesso (ad esempio, una bretella di collegamento veloce con la Siena-Grosseto?) rischia di generare l’idea che basta una cattedrale nel deserto per togliere Siena dall’isolamento.