Giusta: "Un segnale di mancata comprensione delle discriminazioni Lgbt"
![](https://www.ilcittadinoonline.it/wp-content/uploads/2019/09/marcogiusta-e1568812927148.jpg)
SIENA. L’assessore ai Diritti Marco Giusta e responsabile della segreteria nazionale della rete “RE.A.DY“ rilascia la seguente dichiarazione: “Apprendo con tristezza che l’Amministrazione Comunale attualmente al governo di Siena ha deliberato il recesso dalla rete RE.A.DY, la rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni arcobaleno. Pur nel rispetto della decisione assunta dall’attuale Giunta, ritengo che le motivazioni espresse nel testo del provvedimento adottato risultino pretestuose e incoerenti con gli impegni che la Costituzione e le leggi internazionali sanciscono per le Pubbliche Amministrazioni. Uscire dalla RE.A.DY per ampliare l’impegno su tutte le forme di discriminazione è una motivazione incoerente per il recesso e segnala una mancata comprensione della connessione delle discriminazioni LGBT con tutte le altre forme di discriminazione. Quando, non addirittura, la deliberata volontà di diluire l’attenzione alle tematiche LGBT sino alla loro scomparsa. Le persone LGBT e le loro tematiche non possono essere definite quali “singole categorie astrattamente individuabili”. La Carta di Intenti della RE.A.DY fissa degli impegni sostanziali e molto concreti per i partner che, negli anni, si sono tradotti in azioni di formazione e sensibilizzazione per la valorizzazione di tutte le differenze. Le parole dell’assessora Pugliese sicuramente non tranquillizzano: benissimo le iniziative di contrasto ai bullismi, ma le competenze per il riconoscimento, il contrasto e il sostegno in caso di bullismo a matrice omofobica, lesbofobica o transfobica non possono essere improvvisate. Esse sono patrimonio collettivo nei saperi e nelle conoscenze delle realtà associative e di movimento esterne all’amministrazione, che occorre riscoprire e connettere con la pratica amministrativa. Obiettivo della rete RE.A.DY è appunto quello di mettere a disposizione queste pratiche amministrative per semplificare il lavoro delle amministrazioni. Sono fiducioso che le Associazioni LGBT e il tessuto civile del territorio senese continueranno a impegnarsi, anche in sinergia con gli altri partner RE.A.DY del territorio toscano, affinché ogni persona di quel territorio sia inclusa, tutelata e difesa nella propria identità e nei propri diritti”.
GRETA SARTARELLI, PRESIDENTA DEL MOVIMENTO PANESSUALE ARCIGAY SIENA
Il Comune di Siena ha dichiarato che si occuperà dei nostri diritti attraverso altre azioni e altri interlocutori, mostrando di non volersi più confrontare con chi queste istanze le rappresenta sul territorio, da più di 10 anni. Se è vero che il Movimento Pansessuale – Arcigay Siena non è – e nemmeno pretende di essere – l’unico detentore di un patrimonio di lotte per i diritti delle persone LGBT+, è certamente il più credibile. Il pur meritevole progetto contro il bullismo che il Comune sta realizzando con il Lions Club, non ha niente a che fare con quello che la Rete Ready impegna le amministrazioni a fare, e cioè iniziative con focus specifico sul contrasto alle discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere e sull’inclusione delle persone gay, lesbiche, bisex e trans*. Ci si dichiara estranei ad atti ideologici, ma per pura scelta ideologica si esce dalla Rete Ready e non si liquida il lavoro svolto grazie alla precederete amministrazione e attarverso l’assessora Tiziana Tarquini. Per giustificare una scelta scellerata e miope, si rappresenta la Rete Ready come un luogo politico ideologizzato, quando chi ne conosce le attività sa bene che è uno strumento concreto nelle mani degli amministratori che fanno gli interessi di tutti i cittadini. Resteremo vigili su quello che questa amministrazione farà contro l’omo-bi-lesbo-transfobia. Ma siamo pronte e pronti a dare battaglia perchè non ci accontenteremo di misure che parlano genericamente di violenza e discriminazione, negando la specificità della nostra condizione di persone e famiglie senza diritti e senza pieno riconoscimento”.