di Andrea Pagliantini
SIENA. Mentre il sindaco di Firenze (il centro storico è Patrimonio dell’Umanità dal dicembre del 1982) Dario Nardella, ha in mente di ridefinire, se non smantellare una serie di capanni – dehors, a Siena (città il cui centro storico è Patrimonio dell’Umanità dal 1995), non si è mai preso in considerazione il fatto che tutta questa serie di installazioni, utilizzate per la sosta al coperto di clienti di bar, ristoranti o pizzerie, poste nel luoghi di maggior pregio (Piazza del Campo compresa), siano oggetto di una riflessione per l’impatto visivo che hanno in un contesto storico e di pregio.
Ha destato scalpore in città la celere rimozione, (per motivi di decoro urbano) poco prima di Natale di una luminaria con un paio di orsetti bianchi posti davanti a un noto ristorante in via del Capitano per dare un tocco di vivacità e allegoria per il periodo delle feste, ma non si è mai preso in considerazione l’impatto che i dehors hanno negli scorci unici della città del Palio.
Certo, Siena è una citta turistica e accoglie frotte di persone, che forse sono abituate, o non possono fare a meno di gustarsi un trancio di pizza seduti dentro una struttura di ferro e plasticone trasparente, riscaldate con grandi stufe per permettere ai clienti di stare fuori anche d’inverno e godersi il panorama.
Con il Duomo e il centro storico davanti e la Basilica di San Domenico alle spalle, in via Camporegio, ci sono ben tre locali attaccati l’un l’altro, che pagano sicuramente un caro uso del suolo pubblico al Comune di Siena, ma l’effetto visivo che si ha, sia di giorno che di notte. su questo meraviglioso angolo di città, stona ed è tanto impattante.