"Vanno privilegiate le strutture e servizi pubblici e interventi sostenibili"
SIENA.Dal “Comitato Siena 2 cittadini attivi e associazioni per i beni comuni” riceviamo e pubblichiamo.
“Il “Comitato Siena 2 cittadini attivi e associazioni per i beni comuni” esprime la propria ferma contrarietà alla decisione della Giunta del Comune di Siena di dare avvio ad un procedimento per una ennesima variante al Piano Operativo, in questo caso per la realizzazione di due residenze sanitarie assistenziali private per 160 posti nel quartiere di San Miniato.
La contrarietà deriva da tre motivazioni di fondo:
1) Le RSA private non possono essere l’unica risposta ai bisogni dei più fragili e degli anziani. E’ l’ora di finirla con gli affari a spese del bisogno! E’ necessario potenziare l’offerta pubblica sul territorio e soprattutto è necessario pensare e organizzare livelli diversi di risposta al bisogno assistenziale, non solo attraverso le RSA! Per esempio, nello stesso quartiere di San Miniato si affacciano sulla Piazza Costituzione circa 50 alloggi riservati agli anziani. Comune e Asp dovrebbero organizzare casomai un centro di assistenza con un responsabile organizzativo, l’assistenza sociale, i servizi infermieristci, un servizio colf oltre a servizi da offrire e fruire in modo collettivo: aiuto nelle faccende domestiche, aiuto per le cure mediche, aiuti per le incombenze burocratiche, ecc. Si potrebbe chiedere una compartecipazione alle spese, e nei casi di estrema povertà intervento pubblico. Si risparmierebbe così la costruzione di nuove RSA ed il ricovero si farebbe solo nei casi estremi. Gli anziani rimarrebbero nel loro ambiente e i costi sarebbero molto più bassi per i singoli e per la collettività.
2) La variante che la Giunta municipale intende portare avanti prevede poi la costruzione di insediamenti complessi e di vasta portata in un’area già eccessivamente densa sul piano urbanistico e soprattutto su un asse viario del tutto improponibile che tra l’altro andrebbe ad incidere e spezzare in due l’area degli attuali impianti sportivi con quelli di cui è prevista l’espansione a valle. Tra tutte le aree possibili ove poter eventualmente realizzare strutture sanitarie, il luogo individuato per queste due RSA è sicuramente uno dei più improbabili e sbagliati. Quando si pensa a nuovi servizi e a nuove strutture bisogna iniziare dal recupero dei volumi esistenti, dai vuoti della città e dei quartieri, dal risparmio di suolo!
3) Infine c’è un grave problema di metodo. Quando si compiono scelte così rilevanti è necessario che queste siano il risultato di un dibattito esteso che coinvolga le strutture socio sanitarie del territorio, le organizzazioni sociali e sindacali più rappresentative, la “Società della Salute” ed i comuni vicini in una logica di concertazione di area. Ci pare indispensabile che su questi temi le istituzioni siano ancorate ad una impostazione programmatoria chiara, lungimirante e ampiamente condivisa .
E’ per questi motivi che diciamo NO a questa previsione e la ostacoleremo in ogni modo possibile”.