Si associano Istituto Storico della Resistenza Senese e dell'Età Contemporanea, Arci, CGIL, Nonunadimeno
SIENA. Egregio Sig. Sindaco,
abbiamo appreso con stupore e sconcerto dalla stampa cittadina che Ella intende abbinare in un’unica data le celebrazioni di due eventi (Giorno della memoria e Giornata del ricordo) che debbono essere mantenuti nettamente distinti l’uno dall’altro; non a caso, infatti, ciò è previsto da due distinte leggi: legge 20 luglio 2000 n. 211 e legge 30 marzo 2014 n. 92.
Ci meraviglia che Lei non tenga presente che è formalmente scorretto compiere questa operazione, e questo per due motivi strettamente correlati. Un motivo formale, cioè la distinzione per legge fra i due eventi che prevedono la loro commemorazione in due date distinte e significative: il 27 gennaio coincide con l’abbattimento dei cancelli del lager di Auschwitz; il 10 febbraio coincide con la firma dei trattati di Parigi. Un motivo sostanziale, dato che si tratta di due tragedie qualitativamente diverse.
La Shoah è stata il punto più basso che l’essere umano abbia potuto toccare, è stata l’aberrazione dell’uomo sull’uomo, è stata l’idea di annientamento sistematico del popolo ebraico. Le foibe, senza sottovalutare il valore di una singola vita, furono conseguenza di conflitti politici ed etnici; un conflitto regionale, diremmo oggi.
Ci meraviglia che il Comune di Siena si faccia promotore di una iniziativa che pone sullo stesso piano la più grande tragedia del ‘900 con un evento, seppur tragico, di proporzioni assolutamente non paragonabili.
In virtù delle motivazioni storiche, politiche, antropologiche, sociali e culturali che sono elementi di ispirazione per le celebrazioni di questi due distinti momenti, li lasci tali, come il Legislatore ha ineccepibilmente deciso.
Anpi – Istituto Storico della Resistenza Senese e dell’Età Contemporanea -Arci – CGIL – Nonunadimeno