Falorni commenta la risposta alla sua interrogazione e aggiunge: "Ma l'incubo continua"
SIENA. E’ arrivata la risposta del Comune, a firma dell’assessore Paolo Mazzini, alla interrogazione a risposta scritta a suo tempo presentata dal consigliere Marco Falorni, in merito ad una sentenza del Tar del Lazio. In sostanza, si richiedeva se, stante la sentenza dello stesso Tar del Lazio che aveva rigettato un ricorso del Comune di Siena, i senesi potranno o meno continuare a vedere la televisione, che come noto in città è distribuita via cavo dall’amministrazione. Il Tar motivava che il Comune non solo non ha l’autorizzazione per trasmettere, ma neppure ne ha fatto richiesta. La risposta è, in pratica, che il problema sarà lasciato in eredità alla prossima amministrazione comunale. Infatti l’attuale giunta ha manifestato l’intenzione di fare appello al Consiglio di Stato.
Ma andiamo con ordine. Nella sua lunga risposta, l’assessore Mazzini riepilogava, fra l’altro, la vicenda della prima diffida al Comune di Siena a distribuire il segnale televisivo via cavo, risalente al novembre 2006, e partita dal Ministero delle Comunicazioni. Il Comune fece ricorso al Tar Lazio, che nel febbraio 2007 accordava la sospensiva, congelando gli effetti della diffida. Da allora sono passati ben 11 anni, fino a quando, all’inizio del 2018, il Tar del Lazio ha rigettato definitivamente il ricorso del Comune di Siena, intimandogli, sostanzialmente, di cessare la divulgazione del segnale tv.
“Lo spegnimento del segnale tv – argomenta Paolo Mazzini – esporrebbe sicuramente il Comune a responsabilità giuridiche ben superiori, andando a ledere pesantemente il diritto di informazione costituzionalmente garantito ai cittadini”. Da qui “l’intenzione di appellare la sentenza n. 2389/18 emessa dal Tar Lazio, richiedendo altresì al Consiglio di Stato la sospensione dell’efficacia del provvedimento medesimo”. Il Comune sta quindi “procedendo agli opportuni adempimenti in proposito”.
Riepilogando, si tratta di una vicenda tipicamente italiana, con tempi biblici da parte della giustizia, in conseguenza di una decisione – l’eliminazione delle antenne televisive e la trasmissione del segnale tv via cavo – nata male con Piccini, e proseguita peggio con Cenni, Ceccuzzi e Valentini. Insomma, una bella gatta da pelare in più per il prossimo sindaco.
Infine, ecco il testo della interrogazione presentata da Marco Falorni.
“Appreso:
– Che la Sezione Terza Ter del Tar per il Lazio (presidente Riccardo Savoia, estensore Massimo Santini), con decisione depositata lo scorso 2 marzo 2018, ha rigettato il ricorso del Comune di Siena per l’annullamento del provvedimento del Ministero delle Comunicazioni, Ispettorato Territoriale Toscana, recante diffida a continuare nell’attività di distribuzione via cavo dei segnali irradiati via etere dalle concessionarie del servizio di radiodiffusione televisiva terrestre e satellitare;
– Che, in particolare, l’Ispettorato Territoriale Toscana, dopo aver rilevato che il Comune di Siena aveva installato uno specifico impianto per la ripetizione e la distribuzione via cavo di programmi trasmessi dalle concessionarie del servizio radiotelevisivo, aveva inibito la prosecuzione di tale attività per la mancanza, al riguardo, della prescritta autorizzazione ministeriale;
Considerato:
– Che il Tar del Lazio ha rigettato il ricorso del Comune di Siena, avendo rilevato che il titolo concessorio non era stato richiesto;
– Che, con il rigetto del ricorso da parte del Tar del Lazio, la diffida a suo tempo emanata dall’Ispettorato Territoriale Toscana ha ripreso efficacia, e conseguentemente il Comune di Siena dovrebbe cessare il sistema di ripetizione e distribuzione via cavo;
CHIEDO al sindaco:
– Se ha intenzione di ottemperare a quanto disposto dal Tar del Lazio e come pensa di assicurare ai cittadini senesi la regolare ricezione del segnale televisivo trasmesso dalle concessionarie”.