SIENA. Da Claudio Marignani (Sena Civitas) riceviamo e pubblichiamo.
“Perchè, in vista delle elezioni regionali, è da valutare positivamente l’iniziativa svoltasi a Pisa, di costituire la Rete Civica Toscana fra le liste civiche che sostengono nei capoluoghi i sindaci espressione di coalizioni di centrodestra? Proviamo a sviluppare alcune riflessioni.
Il civismo di questi anni, a livello territoriale, nelle sue molteplici forme ha avuto almeno due meriti indiscussi: 1) quello di mantenere attiva una parte dei cittadini non più convinti della bontà della proposta politica nazionale e quindi limitare l’astensione, in particolare nelle elezioni amministrative; 2) portare all’attenzione i piccoli e grandi temi delle comunità locali (spesso sottaciuti per preminenza di temi identitari o nazionali), evidenziandone le debolezze e punti di forza, fornendo una miriade di proposte e progetti. Non sono aspetti di poco conto.
Ma… come sempre c’è un ma.
È infatti altrettanto vero che da solo, il civismo, non riesce a vincere. Come Sena Civitas ne abbiamo preso atto e, per questo, pur avendo sempre ripetuto l’importanza dei partiti per le competizioni extraterritoriali, abbiamo fatto la nostra scelta di non ripercorrere in futuro ipotesi solo civiche. La nostra natura moderata ci vede per questo appoggiare convintamente il sindaco Nicoletta Fabio. Questa specifica, perchè il civismo, quello vero (non liste improvvisate o civetta appoggiate dall’esterno), prima o dopo – che sia più orientato a destra oppure a sinistra – deve venire a patti con i partiti. La motivazione? La risposta meriterebbe una discussione attenta. Proviamo a dare alcuni spunti: a) non esistono problemi di qualunque comunità la cui soluzione resti precisamente dentro il perimetro dei confini comunali e la maggioranza dell’elettorato, pur premiando complessivamente il civismo, ritiene che in caso di vittoria, in mancanza di alleanze definite, manchi adeguata interlocuzione certa, anche se solo di una parte politica;
b) non esistono risposte e soluzioni facili tanto meno immediatamente percorribili; c) ovunque occorrono visioni e risposte che richiedono azioni coordinate e continuative; capacità di competere e cooperare.
In sintesi, non bastano idee, progetti e classe dirigente, se non per importante supporto e maggiore garanzia di interesse al territorio (quest’ultimo aspetto, in realtà, riguarda i movimenti civici ma anche le forze politiche poco strutturate).
I movimenti civici radicati nel territorio, con la loro storia, sono però qualcosa che va oltre i partiti. E per vincere i partiti devono andare oltre il loro elettorato. L’idea che per le elezioni regionali si possa creare un’ unica lista civica a supporto del candidato presidente di centrodestra, non è certo marginale. Occorrono però alcuni presupposti essenziali. Fra questi: a) il dialogo paritetico e senza fughe in avanti, fra le liste civiche di ogni provincia e poi fra quelle di tutte le province; b) la costituzione in ogni capoluogo di coordinamenti aperti anche alle liste civiche di area presenti in provincia; c) il reale riconoscimento di ruolo di garanzia oltre che al candidato presidente anche ai partiti, affinché la voce civica , in un collage di liste, trovi sede e compensazione anche a livello di rappresentanze territoriali, laddove le liste di una o più province non riescano ad esprimere una rappresentanza diretta; d) che i partiti ritengano questa scelta essenziale per la vittoria e il cambiamento.
Tutte cose che devono trovare chiarezza nei prossimi mesi. Certo è che il seme è stato gettato ed è già divenuto germoglio. Adesso occorre che il civismo faccia il suo sforzo e ciascuna espressione civica parta dall’orto di casa per proiettarsi in un terreno ampio e inesplorato”.