di Augusto Mattioli
SIENA. “Sono l’unico candidato senese nell’uninominale alla Camera dei deputati nel collegio Siena-Grosseto”. Tiene a farlo notare Stefano Scaramelli riguardo alla sua candidatura a deputato per il terzo polo renziancalendano messo su in pochi giorni.
“Mi candido per vincere in questo collegio che è contendibile, la conquista del seggio si gioca su una manciata di voti”, sottolinea più volte nella conferenza stampa svoltasi questa mattina al bar Palio.
Scaramelli vede in campo tre poli. Il terzo formato da Calenda e Renzi, che fino a poco tempo fa se ne sono dette di cotte e di crude, punta a sparigliare il quadro politico. Renzi e Calenda sono ex avversari messisi insieme per tentare di ottenere consensi per condizionare la formazione del futuro governo, che secondo i desiderata (o le speranze) del terzo polo non è detto che possa essere guidato dal Polo di destra. a trazione Meloni.
“Polo di estrema destra”, sottolinea Scaramelli, che ne ha anche per quello guidato dal Pd, in cui “sono presenti gli estremisti”. Come l’ex presidente della Regione Enrico Rossi (“ma dove era quando c’erano i disastri del Monte dei paschi?”). E come Fratoianni di Sinistra italiana.
La strategia del terzo polo è ambiziosa: conquistare tra i quaranta e i cinquanta seggi per far tornare Draghi alla guida del governo a ottobre, impedendo alla destra di governare.
Scaramelli si avventura in previsioni di chiara lettura renziana sul quadro politico post elezioni: “Il Pd si spaccherà, Forza Italia darà il suo appoggio così come la componente della Lega che guarda a Giorgetti”. Un vero terremoto politico.
In sostanza si punta ancora su Draghi che, dice Scaramelli, “ha salvato la banca che sarebbe stata venduta se era per i 5 Stelle e il Pd”. Mentre sul Biotecnopolo ha precisato che “la governance non deve essere decisa nei palazzi romani”.