La prima fase dei lavori ha portato alla digitalizzazione di scatti volti a dare la più ampia documentazione possibile del museo
SIENA. Il Santa Maria della Scala, storico ospedale medievale situato nel cuore di Siena, da alcuni decenni recuperato e trasformato in complesso museale, entra a far parte di Google Art Culture, la piattaforma tecnologica sviluppata da Google per promuovere e preservare la cultura on line. A partire dal 24 aprile 2018 è infatti possibile ammirare oltre 200 scatti fotografici relativi al complesso museale che illustrano ambienti e opere d’arte.
La collezione digitale
La prima fase dei lavori ha portato alla digitalizzazione di scatti volti a dare la più ampia documentazione possibile del museo, spaziando dagli ambienti, con la loro complessità e articolazione, alla testimonianza delle opere in essi conservate.
Le mostre digitali
A partire dal cospicuo patrimonio digitalizzato è stato possibile creare sei mostre virtuali (storie) che offrono altrettanti percorsi di visita attraverso il patrimonio diversificato dell’ospedale.
Una mostra è interamente dedicata agli affreschi del Pellegrinaio, realizzati da Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta, Domenico di Bartolo e Priamo della Quercia negli anni quaranta del Quattrocento (con un’appendice tardocinquecentesca) con la storia dell’ospedale nei suoi aspetti reali, simbolici e mitici e la starordinaria illustrazione delle funzioni assistenziali svolte dall’ente.
Gli spazi sono illustrati a partire dai livelli più bassi del complesso ospedaliero affacciati sulla vallata retrostante la collina su cui sorge il Santa Maria della Maria e mostrano strade coperte, cunicoli, gallerie, ambienti costruiti a mattone, lavatoi, impressionanti voragini sepolcrali.
Una terza mostra guida attraverso gli spazi ospedalieri più strettamente connessi con il culto e la devozione, spaziando dalla monumentale chiesa della SS. Annunziata, alla contigua Sagrestia Vecchia con lo straordinario ciclo affrescato da Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta, alla Cappella del Manto fino alla cappella delle Fanciulle nella campata iniziale del Pellegrinaio delle Donne.
Ai reliquiari, legati all’acquisizione nel 1359 di un nucleo di reliquie provenienti da Costantinopoli, è dedicata un’apposita storia, in cui vengono illustrate le opere di oreficerie, dai preziosi contenitori bizantini – destinati alla devozione privata – fino ai più tardi reliquiari ad ostensorio settecenteschi; spicca lo straordinario evengeliario greco con la copertina decorata da smalti cloisonné. Due gallerie particolari infine sono dedicate all’illustrazione di opere conservate all’interno del complesso museale, le cui vicende esulano però da quelle della struttura: i marmi originali della quattrocentesca fonte realizzata da Jacopo della Quercia, il cui restauro è avvenuto all’interno del museo, e i gessi dello scultore purista Tito Sarrocchi, autore, tra l’altro, della fonte che a fine Ottocento ha sostituito in piazza del Campo quella di Jacopo della Quercia.
Google Arts & Culture
Google Arts & Culture è un nuovo spazio online che permette agli utenti di esplorare le opere d’arte, i manufatti e molto altro di oltre 1.500 musei, archivi e organizzazioni che hanno lavorato con il Google Cultural Institute per trasferire online le loro collezioni e le loro storie. Disponibile sul Web da laptop e dispositivi mobili, o tramite l’app per iOS e Android, il sito è pensato come un luogo in cui esplorare e assaporare l’arte e la cultura online. Google Arts and Culture è una creazione del Google Cultural Institute.
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