SIENA. Da Barbara Sani, candidata nella lista Siena Sostenibile per Pacciani Sindaco, riceviamo e pubblichiamo.
Potendo osservare da vicino la situazione sanitaria, afferma Barbara Sani dipendente dell’AOUS, mi rendo conto che per una persona malata il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di Libera Scelta sono il primo punto di riferimento, ma sappiamo bene quanto la loro disponibilità dipenda solo dal senso di deontologia professionale di ciascuno, dato che la burocrazia ha limitato il loro tempo, il numero dei pazienti a loro affidati è stato recentemente aumentato, le attuali conoscenze mediche hanno portato all’incremento della richiesta di esami diagnostici, senza i quali non si procede nella diagnosi e nella verifica della cura. Per questi motivi purtroppo le liste di attesa sono una delle criticità riscontrata da chi accede al Ssn e spingono molti cittadini a cercare risposte nel privato con costi non banali. Solo nelle Case della Comunità vengono svolti alcuni esami direttamente, altri vengono prenotati ed i prelievi vengono effettuati in sede, nel nostro Comune siamo ancora molto indietro nell’attuazione di queste strutture, per questo ci dobbiamo impegnare con forza perché la creazione della Casa della Comunità avvenga prima possibile, secondo quanto stabilito dalla Delibera Regionale 1508/2022, con il coinvolgimento del Comune quale portatore di interessi. Non scordiamoci che il Sindaco in prima persona in veste di autorità sanitaria locale è chiamato ad esercitare poteri-doveri a tutela della salute pubblica. Il problema degli esami diagnostici è particolarmente sentito dai cittadini fragili, con malattie croniche, oncologiche, che necessitano non solo di indagini approfondite ma anche di terapie particolari non erogabili in regime ambulatoriale; pazienti che oggi sono curati prevalentemente in ambito familiare o nei servizi di AOUS e ASL, che non trovano sul territorio i servizi di cui loro e le famiglie hanno necessità. È assolutamente necessario che i mezzi per la terapia domiciliare siano rafforzati e vengano anche supportati da un servizio di semplice diagnostica domiciliare. Mi riferisco in particolare agli apparecchi portatili per radiografie, per altro già presenti nella zona del Valdarno, con i quali grazie alla presenza di un tecnico sanitario di radiologia medica potrebbero essere eseguiti al domicilio, nelle strutture protette o nelle RSA, senza muovere il paziente, radiografie in regime di urgenza inviando via wireless le immagini radiologiche per una refertazione in tempi rapidi limitando i ricoveri; così come sarebbe opportuno l’utilizzo degli ecografi portatili. Quanto detto comporterebbe un minore impegno delle associazioni dei volontari addetti al trasporto dei pazienti in ambulanza, già oberati anche per i trasporti per le dimissioni dall’ospedale, ed un minore accesso al Pronto Soccorso che comporta notevole disagio al paziente nonché alla struttura di emergenza. Con l’attuazione delle Case della Comunità e con il potenziamento dell’assistenza domiciliare anche grazie alle apparecchiature radiologiche portatili, la vita dei malati e dei loro familiari sarebbe grandemente facilitata.
