di Augusto Mattioli
SIENA. Tutti insieme contro un “fantasma”. Al dibattito tra candidati alla Camera per le suppletive nel collegio 12 Toscana per il seggio alla Camera dei deputati, moderato da Pino Di Blasio e voluto da Confagricoltura di Siena c’erano solo in tre: il comunista Marco Rizzo, l’Italexit Mauro Aurigi e Tommaso Marrocchesi Marzi, sostenuto dal centrodestra, quello al governo nazionale e quello di opposizione. Il “fantasma”, Enrico Letta, non c’era perché impegnato a Bologna (dove si vota per il comune): c’era solo la sua foto a grandezza naturale davanti alla quale i tre candidati, sorridenti, si sono fatti fotografare.
Non c’erano neanche Tommaso Agostini (Movimento 3v, che guarda all’area no vax ), Angelina Rappuoli (Movimento nazionale italiano), ed Elena Golini (Potere al Popolo). Un’assenza pesante quella di Letta per cui hanno avuto buon gioco gli avversari presenti nel criticarlo. Sarebbe stato interessante vedere come se la sarebbe cavata il segretario del Pd, partito visto, in particolare in questa campagna elettorale, come fonte di tutti i mali della provincia a partire dalla vicenda Mps. Sulle contestazioni di Rizzo, che ha messo il dito nella piaga della storia di Padoan: “Letta ci dovrebbe spiegare perché Padoan dopo essere stato eletto deputato da queste parti è passato a Unicredit, che punta a ciò che rimane di Montepaschi”. Osservazioni che nell’area di centrodestra si fanno fin dall’inizio della campagna elettorale. Mauro Aurigi, uomo di lunghe lotte montepaschine l’ha presa da lontano, andando al periodo in cui erano sulla cresta dell’onda Franco Bassanini, Giuliano Amato, Vicenzo De Bustis (approdato al Mps dopo l’acquisto di Banca 121), non dimenticando il ruolo che su Mps e annessi avrebbe avuto Massimo d’Alema. E su Mps Aurigi parla di un buco complessivo di 100 miliardi: “Ero solo – rivendica – quando mi opponevo alla privatizzazione della Banca”. Marrocchesi Marzi non le ha mandate a dire a Letta su Mps pur con qualche (solita) dimenticanza sulla politica locale del centrodestra targato Verdini, politica definita allora dei “candidati sindaci a perdere”.
”Lo sfascio della banca – secondo Marrocchesi – parte tutto da Banca 121. Ci fu il grande scontro tra il Pd senese e quello romano. Il primo soccombe perché qualcuno tradisce qualcuno dalla mattina alla sera. Letta? Non abbandonerà questo territorio. Lo ha già abbandonato. Come ha abbandonato Pisa o Parigi, dove non rimetterà piede. Lui è l’uomo dell’abbandono. Ma anche della svendita del territorio”.