Fabio Petri lascia la presidenza a Carlo Conforti. Carapelli nuovo direttore

di Augusto Mattioli
SIENA. Non erogazioni ma progetti concreti. E’ la richiesta che Rete Imprese Italia di Siena, alla quale aderiscono Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti,, hanno fatto alla Fondazione Mps nel corso di un incontro con la deputazione generale, presente anche il neo direttore generale Davide Usai.
Rete Imprese Italia senese questa mattina ha fatto un bilancio delle attività svolte nel primo anno della sua attività durante il quale, come ha detto il presidente uscente Fabio Petri (Cna), a cui subentra Carlo Conforti, “non ci siamo limitati solo a criticare ma abbiamo fatto proposte concrete su come uscire dalla crisi economica”. Che per le piccole imprese l’ossatura degli enti che aderiscono a Rete Imprese, è stata carica di difficoltà. L’incontro con i vertici della Fondazione – questa è la nostra impressione – non sembra avere soddisfatto in pieno le varie associazioni. “Progetti definiti della Fondazione non ce ne sono, ma solo delle idee. Ma hanno accennato più volte al progetto Chigiana“, è stato sottolineato ai giornalisti presenti. Come per dire che non c’è solo l’Accademia che peraltro senza il sostegno della Fondazione potrebbe avere delle grossissime difficoltà nel mantenimento dei livelli di qualità musicale per la quale è famosa. Dunque per quanto riguarda la Fondazione e il suo ruolo nell’economia senese occorre ancora aspettare. Ma senza l’illusione che possa essere “un bancomat” come diceva l’ex presidente Gabriello Mancini, cercando di opporsi, molto blandamente, peraltro, alle continue richieste di denaro, ai tempi in cui Siena navigava nell’oro.
“Ma noi chiediamo progetti concreti e non erogazioni” hanno sottolineato le associazioni. Che su altri temi hanno tenuto a fare sapere che non sono state con le mani in mano. Lavorando per la campagna contro i costi per la raccolta dei rifiuti per le piccole imprese, prendendo posizione a favore dello snodo ferroviario dell’alta velocità nello snodo di Chiusi, che avrebbe ricadute importanti per tutta la provincia di Siena, che in quanto a infrastrutture è in credito con lo stato. Basti pensare all’autosole che fu deviata, grazie al potente Dc Amintore Fanfani verso Arezzo, mentre il percorso più utile sarebbe stato quello senese. E criticando l’assenza di dialogo sull’ipotesi del centro commerciale all’Isola d’Arbia. Altri temi di cui si sono occupati la difficoltà di accesso al credito per le piccole imprese, la burocrazia dei comuni “delle cui tasse non ne possiamo più” (a partire dalla Tasi ndr), ai quali si chiede maggiore efficienza. Che potrebbe passare anche per l’aggregazione di alcuni del 36 comuni della provincia. Nel corso della conferenza stampa è stata fatta anche qualche ipotesi. Come ad esempio mettere insieme Poggibonsi e Colle, Casole con Radicondoli, Siena con Monteriggioni e Monteroni. Ipotesi come dicevamo. Il problema è chi prende l’iniziativa per discuterne seriamente. Il compito di coordinare forse dovrebbe spettare al capoluogo.