Per Piccini c'è confusione e "manca una seria direzione del cantiere"
SIENA. Da Pierluigi Piccini riceviamo e pubblichiamo.
“Al momento non si può che chiedere chiarimenti (assessore Albino Colella) sulla base di quanto scritto nel lungo comunicato, redatto in maniera quanto meno confusa. Forse i responsabili amministrativi si potranno discolpare dando la colpa all’ufficio comunicazione, ma da alcuni passi del testo si capisce che non c’è un’idea su cosa fare, su come impostare un cantiere di un’opera così delicata e carica di storia.
Non si può sbandierare l’approccio multidisciplinare, citando soltanto “restauratori, archeologi dell’architettura, chimici, petrografi, fisici e architetti” nonché “gli specialisti del Comune” (chi sono!). Gli esperti citati nel comunicato dovrebbero indagare “l’organizzazione del cantiere di Ambrogio Lorenzetti nella sua articolazione, ripercorrendo le soluzioni adottate dall’artista per la restituzione del messaggio etico affidatogli…”? Ma gli storici medievisti e gli storici dell’arte non sono nemmeno citati!
Inoltre sarebbe stato il caso, per una corretta impostazione scientifica, pubblicare i nomi dei professionisti che intenderebbero coinvolgere nell’operazione di restauro denominata: “Cantiere del Buongoverno”.
Manca una reale cognizione di causa dell’intervento. Mancanza evidente se si associano le competenze delle istituzioni scientifiche e quelle delle istituzioni finanziatrici (vedi la parte in giallo), o se si confondono i problemi della tecnica pittorica e della conservazione con quelli del messaggio che trasmettono le figurazioni (vedi parte in verde), o ancora se si legano senza logica nella tempistica la “diagnostica”, la “valorizzazione” e la “manutenzione conservativa”.
Anche per il discorso delle visite occorrerebbe sapere come saranno organizzate e quale controllo della situazione microclimatica della sala. Spero che non si pensi solo alla bigliettazione!
La profonda preoccupazione è che manchi una seria direzione del cantiere, che non può essere affidata solo a un restauratore o al gruppo degli specialisti citati. Ci preoccupa infine che la Soprintendenza abbia perso ogni possibile capacità di reale controllo dal punto di vista storico e tecnico”.