Fondamentali l'intervento di alcuni cittadini a San Gimignano e le perizie dattiloscopiche
SIENA. L’autore di tre rapine in banca compiute fra gennaio 2015 e luglio 2016, fra Siena e San Gimignano, è stato individuato e sottoposto a una misura cautelare limitativa della libertà personale. La prima rapina era stata compiuta all’allora filiale della Banca Toscana di Piazza Amendola, bottino poco più di 22.000 euro. Evidentemente lo sconosciuto aveva apprezzato la facilità con la quale era stato possibile incamerare l’ingente bottino e poco gli sarebbe importato che nel frattempo quella filiale fosse stata sostituita da un’altra del MPS. Così, il primo aprile 2015 egli aveva giocato un altro brutto scherzo sempre in Piazza Amendola. Anche in questo caso il bottino era stato ragguardevole: ben quindicimila euro. In soli quattro mesi, col semplice uso di un taglierino, aveva messo assieme, con assoluta facilità, un cifra davvero notevole.
L’Aliquota Rilievi Tecnici del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Siena, che già si era messa in luce in altre importanti circostanze, come in occasione dell’assalto al Caveau Securpol di Pian dell’Olmino, con prelevamento di tracce biologiche e di impronte papillari, anche in questa occasione era riuscita a operare in maniera efficace. Un’unica impronta digitale lasciata dal pur prudente rapinatore è stata inviata al RIS di Roma. Le indagini, delegate ai Carabinieri del Nucleo Investigativo dal Procuratore Filippo Vitello e dal Sostituto Antonino Nastasi, conducevano all’idea che quel rapinatore venisse da lontano, se non altro perché egli aveva agito in parte a volto scoperto, senza considerare troppole telecamere di sorveglianza.
Alle ore 13.00 del 19 luglio 2016 accadeva l’imponderabile: durante l’assalto alla filiale MPS di Piazza della Cisterna in San Gimignano, alcuni coraggiosi cittadini bloccavano il rapinatore e, dopo una breve ma intensa colluttazione, recuperavano i 10.000 euro di refurtiva appena sottratti, consegnando poi l’uomo e il denaro ai Carabinieri. Restituito il maltolto, i militari dell’Arma hanno prelevato le impronte digitali dell’arrestato, un uomo di ventinove anni, nativo di Lecce, e le hanno inviate al RIS di Roma che ha individuato ben 22 punti di corrispondenza fra l’impronta del dito medio sinistro del rapinatore e quella rilevata oltre un anno prima.
Le indagini comunque sono proseguite allo scopo di comparare i video della rapina con la figura fisica dell’arrestato e per monitorare con strumenti elettronici la storia degli spostamenti del soggetto nei periodi delle rapine. Tali riscontri hanno richiesto del tempo ma hanno fornito ulteriori elementi per raggiungere l’evidenza che le tre rapine fossero state opera della medesima persona. Così, il Tribunale del Riesame di Firenze, a prima conclusione del percorso giudiziario intrapreso dalla Magistratura senese, irrogava la prima misura cautelare personale, limitativa della libertà personale della persona indagata. Dopo la condanna per la terza rapina e, in attesa del processo per le altre due, egli non potrà allontanarsi dal territorio del Comune di Lecce e dovrà andare tutte le sere ad apporre una firma presso una Stazione Carabinieri del luogo. La misura è stata notificata ieri dai Militari dell’Arma nella città pugliese.