SIENA. Di seguito due note stampa di resoconto dal Consigio Comunale di Siena del 24 aprile.
RACCOLTA DIFFERENZIATA PORTA A PORTA. L’ASSESSORE MAZZINI RISPONDE ALL’INTERROGAZIONE DI MICHELE PINASSI
Informando il consesso, martedì scorso, 24 aprile, del fatto che in alcuni Comuni del circondario di Siena sta per essere avviata la raccolta differenziata porta a porta con la conseguente rimozione dei cassonetti stradali (a Sovicille è attiva dallo scorso 5 marzo), Michele Pinassi (Siena 5 Stelle) ha fatto presente che questa situazione “sta causando un aumento del conferimento della spazzatura nei cassonetti stradali collocati nel nostro territorio comunale con un prevedibile aumento dei costi a carico della collettività senese”.
Ed ha chiesto come l’Amministrazione “intenda adoperarsi per evitare questa circostanza, e quando, nel Comune di Siena sarà avviata la raccolta differenziata porta a porta”.
”Per contrastare – ha risposto l’assessore all’Ambiente Paolo Mazzini – l’utilizzo da parte dei cittadini del Comune di Sovicille dei nostri cassonetti, in strada Grossetana saranno posizionati contenitori apribili solo con una chiave consegnata ai cittadini senesi che abitano al confine con Sovicille. Mentre per l’altra situazione simile constatata nella zona di Taverne d’Arbia, confinante con Asciano, sono stati eseguiti controlli da parte degli ispettori ambientali e, al momento non si registrano criticità particolari”. L’assessore ha sottolineato che l’assemblea dell’Autorità territoriale dei rifiuti ha approvato “il piano di riorganizzazione dei servizi del Comune di Siena in cui si prevede che si mantengano le attuali modalità di conferimento: porta a porta nel centro storico e raccolta stradale nel resto del territorio comunale”. Il nuovo piano prevede inoltre che “sarà introdotta una modalità di identificazione dell’utente in modo da sapere ‘chi fa cosa’ e attuare una tariffazione collegata ai conferimenti così da premiare i comportamenti virtuosi per la differenziata”. Non solo, gli sviluppi tecnologici prevedono anche “per il porta a porta nel centro storico la localizzazione tramite Gps e sacchetti R-Fid che permettono di verificare peso e valore volumetrico dell’indifferenziata”. La nuova organizzazione prevede anche sei passaggi settimanali (da lunedì a sabato) così suddivisi: “Tre giorni per l’organico, due per l’indifferenziato e uno per le altre frazioni”, ha aggiunto Mazzini. Per quanto riguarda le aree esterne con raccolta stradale “i cassonetti saranno informatizzati ovvero ad apertura controllata soltanto tramite una tessera che sarà fornita agli utenti. Sarà inoltre pesato e definito il volume dell’indifferenziato”. Mazzini ha ricordato anche che “abbiamo provato a sottoporre all’Ato rifiuti la richiesta di estendere il porta a porta a tutta la città ma questo avrebbe portato a un’esplosione dei costi mentre grazie all’introduzione delle innovazioni tecnologiche il risultato atteso è del 69% di differenziata a fronte di un mantenimento o diminuzione del costo della raccolta”. Un progetto per cui si prevedono 4 tappe per arrivare al 2020 con l’attivazione di tutti i servizi.
Nella replica Pinassi si è augurato che “si riesca ad arrivare ai risultati indicati dall’assessore” invitando “ad omogeneizzare il servizio con i comuni limitrofi”.
MAPPATURA AMIANTO ARPAT: UN’INTERROGAZIONE SULLO STATO DI ATTUAZIONE DELLA NORMATIVA
Il consigliere Michele Pinassi (Siena 5 Stelle), in occasione della seduta consiliare di martedì scorso, 24 aprile, ha presentato un’interrogazione in merito alla mappatura dell’amianto realizzata da Arpat per verificare la presenza del materiale negli edifici. Alla luce dei risultati pubblicati relativi all’anno 2017, il consigliere ha fatto presente che è stata identificata la presenza di amianto in alcune zone e nello specifico “negli impianti sportivi: Circolo Arci Sant’Andrea (strada grossetana 55; Santa Maria della Scala (piazza Duomo 1); tre uffici MPS gestioni immobiliari spa (via Quinto Settano 15, piazza Salimbeni 3, e via Camollia 85); l’essiccatoio a Larniano (strada di Presciano 52)”. Considerato che “le polveri contenenti fibre di amianto, se respirate possono causare gravi patologie” e che “la pericolosità è legata alla maggiore o minore possibilità di rilascio di fibre, parametro influenzato dallo stato di conservazione del manufatto”, Pinassi ha chiesto di conoscere “le azioni attuate o in fase di attuazione relative alla rimozione dei manufatti in amianto indicati come richiesto dalla normativa vigente”.
All’interrogazione ha risposto l’assessore all’Ambiente, Paolo Mazzini, affermando che seppur “non sono a conoscenza della mappatura Arpat”, il documento “segnalato nell’interrogazione sembrerebbe far supporre, per il Santa Maria della Scala, l’esistenza di un’estesa superficie di copertura in amianto”. In realtà l’amianto, come ha spiegato “è presente in alcune tubazioni e canne fumarie che si sviluppano sul retro dell’edificio, e che sono facilmente visibili dal Fosso di S. Ansano. Si tratta di residui dell’attività ospedaliera, solo in parte ancora attivi”, per cui “gli oneri economici di smaltimento sono notevoli, a causa dell’elevata altezza dei ponteggi da installare per la rimozione”. Mazzini ha dunque ricordato le azioni intraprese dall’Amministrazione: “nel 2015 sono state bonificate le coperture di alcuni piccoli corpi di fabbrica sul lato che guarda verso la contrada dell’Aquila, ed è stata rimossa una prima canna fumaria per cui rimane da bonificare la copertura della centrale termica, di pochi metri quadrati. Nel febbraio scorso è stata rimossa una canneggiata in eternit, pericolante”. “Nel corso della prossima estate – ha annunciato – saranno rimosse altre due grandi vecchie canne fumarie e diverse canneggiate di scarico di acque bianche e nere. Questo intervento, per il quale è stato approvato un progetto definitivo che è stato presentato in Soprintendenza per l’acquisizione del parere di competenza, sarà possibile grazie ad un finanziamento disponibile nel bilancio di quest’anno”. Infine, “alcune tubazioni interne, visibili nella Corticella, che sono in buone condizioni, saranno rimosse in concomitanza con i lavori di restauro già finanziati con contributo regionale, che avranno presumibilmente inizio alla fine del corrente anno”, ha concluso Mazzini.
Pinassi nella replica ha risposto che “per quanto attiene il Santa Maria della Scala ritiene la risposta puntuale e soddisfacente; non altrettanto per gli altri edifici, soprattutto data la pericolosità del materiale”