Confcommercio Siena commenta la lettera dell'Agenzia delle Entrate alle aziende
SIENA. “In questi giorni stanno arrivando a molte aziende lettere dall’Agenzia delle Entrate che lasciano veramente sconcertati. Qualcuno forse ha fatto un errore di valutazione, ma pensare di rimediarvi con le minacce più o meno velate non è certo la strada, tanto più quando il Governo, con la riforma fiscale, dichiara di voler favorire un miglior rapporto tra fisco e contribuente”. Così Confcommercio Siena su ciò che viene segnalato dalle aziende in questi giorni sul territorio della provincia di Siena.
“In primis le lettere – continua Confcommercio Siena – sono inviate a chi non ha aderito alla prima scadenza del concordato fiscale (31 ottobre scorso), scadenza per la quale era stata esclusa qualsiasi possibilità di proroga salvo poi riaprire i termini fino al 12 dicembre. In secondo luogo, si paventano controlli indicando una non coerenza di reddito per l’anno 2023 con toni da gabelliere medievale”.
“In ultimo – afferma l’associazione – si lancia il salvagente, ovvero si invita ad adeguare i redditi 2023 (la cui scadenza di presentazione era il 31 ottobre, in un mese hanno già valutato le incongruenze…), ma soprattutto ad aderire al concordato preventivo”.
“Ora, il Ministero e l’Agenzia delle Entrate possono essersi fatti dei conti sul presunto incasso del concordato preventivo, ma tra il presumere e la realtà la distanza è stata evidentemente mal calcolata – aggiunge Confcommercio Siena – Qualcuno forse ha fatto un errore di valutazione, ma pensare di rimediarvi con le minacce più o meno velate non è certo la strada, tanto più quando il Governo, con la riforma fiscale, dichiara di voler favorire un miglior rapporto tra fisco e contribuente”.