Nastasi e Natalini sentiti dalla bicamerale
ROMA. La Commissione bicamerale d’inchiesta ulla banche he in questa settimana si sta occupando di Montepaschi, ha ascoltato i magistrati milanesi e successivamente quelli senesi, che per primi si occuparono della vicenda. In audizione Antonino Nastasi, Aldo Natalini. Presente anche il capo della Procura senese, Salvatore Vitello.
La Banca d’Italia nel corso della lunga indagine sul Monte dei Paschi diede alla Procura di Siena “piena, leale e proficua collaborazione. Chiedemmo di trasmettere tutta la documentazione, relativa al processo di acquisizione di Banca Antonveneta dal 2007 fino a ottobre 2008 e Bankitalia ci trasmise tutto”, ha dichiarato il sostituto procuratore Antonino Nastasi nel corso dell’audizione davanti alla Commissione bicamerale d’inchiesta sulle banche. “Mi guardo bene dal fare la difesa di Banca d’Italia, ma bisogna ricordarsi che la vigilanza, sia ispettiva che cartolare ha come principio base che l’autorità chiede e il vigilato risponde. E Bankitalia non ha i poteri dell’autorità giudiziaria”. Il pm ha anche affermato che nella compravendita di Antonveneta non ci fu alcuna influenza della Massoneria.
Bankitalia, in un’informativa alla Consob nel maggio 2012, aveva analizzato congiuntamente la ristrutturazione di Alexandria e l’operazione sui BTp 2034, operazioni che la banca asseriva essere separate, e “analizzando congiuntamente le due operazioni se ne possono apprezzare in parallelo gli effetti economici ma non la prova del collegamento” ossia il mandate agreement.
Nastasi ha inoltre spiegato che, la fusione tra Mps e il Bbva, alla fine del 2006, fu bloccata ad un passo dalla firma. Secondo vari interrogatori, nel giorno della sigla, il presidente della Fondazione Gabriello Mancini bloccò tutto, dichiarando di aver ricevuto lo stop da parte dei rappresentati delle istituzioni locali. Contrari all’operazione, secondo quanto riferito da Nastasi, erano l’allora sindaco Maurizio Cenni, l’ex presidente della Provincia Fabio Ceccherini e l’ex presidente della banca Giuseppe Mussari.
Parlando della “banda del 5%”, cui secondo le accuse apparteneva anche Gianluca Baldassarri, ex capo dell’area finanza, il pm Aldo Natalini ha spiegato che le operazioni venivano fatte con due broker stranieri (Enigma e Lambda), e portavano “un sicuro lucro in danno del Monte dei Paschi”. L’ inchiesta, nel 2014, portò alla condanna di primo grado per ostacolo alla vigilanza gli ex vertici dell’istituto senese: Mussari, Vigni e Baldassarri (l’appello è attualmente in corso al Tribunale di Firenze, la sentenza è attesa per il 4 dicmbre).