SIENA. Da Pierluigi Piccini riceviamo e pubblichiamo.
“Caro Michelotti, quanta confusione! Si vorrebbe colpire il conflitto di interessi rappresentato da Tls con un altro conflitto: l’ingresso di un rappresentante delle aziende industriali senesi nel cda del Biotecnopolo. Ma, preoccupato delle conseguenze, il neo parlamentare di Poggibonsi e in una logica tutta ecumenica fa intendere che si potrebbero mettere dentro anche tutte e due le componenti: Tls e industriali senesi. Un capolavoro tutto italiano!
La sensazione che si riceve è semplice, le nomine sono state fatte da forze politiche che hanno perso le elezioni, o almeno alcune di esse; oggi, viceversa, c’è uno schieramento politico diverso, dunque è necessario rifare le nomine. Il progetto per capire dove andranno a parare le iniziative del Biotecnopolo nel frattempo può attendere. L’unico che assicurerebbe l’imparzialità e gli interessi generali sarebbe il Comune, ma Michelotti non ne fa menzione. Hai visto mai, dovesse accadere a Siena l’esatto contrario di ciò che è accaduto a Roma, si sarebbe punto e a capo.
Allora si sposta l’attenzione dalla politica alla dimensione economica, come se questa fosse priva dei risvolti politici più o meno marcati. La questione è dovuta al fatto che le aziende locali del settore vedono con sospetto la nascita del Biotecnopolo. O meglio, più che di sospetto bisognerebbe parlare di preoccupazione. Il Biotecnopolo inevitabilmente potrebbe togliere spazio alla struttura industriale già fortemente presente a Siena. Struttura che chiede altro: servizi, infrastrutture, personale specializzato. Ma come si può leggere la presenza del Biotecnopolo con riguardo ad eventuali coperture politico amministrative? Non è poi difficile: il vecchio governo, la Regione Toscana e molta industria fiorentina hanno consolidato presenze interne, che in tutti questi anni hanno dialogato con il potere locale e nazionale, tenuto rapporti con il mondo degli apparati amministrativi alcuni di provenienza politica. Questi soggetti ci hanno raccontato della quantità enorme di denaro stanziato (?) e dello sviluppo dell’occupazione (2026).
Ma le preoccupazioni non mancano: siamo sicuri che tutto ciò potrà avvenire? Quali potrebbero essere le reali ricadute? Si può anche ragionare sul fatto che la struttura industriale esiste nel senese ed è fortemente innovativa. Tuttavia, sono realtà industriali che hanno bisogno di servizi per poter crescere. Servizi che sarebbero a vantaggio di tutto il tessuto economico del territorio e non solo riferibili ad una singola esperienza. Allargare le potenzialità dello sviluppo vuol dire parlare della qualità e della produzione di reddito con una ricaduta su più fasce produttive (turismo sostenibile ad esempio). Per questo nel caso del Biotecnopolo sarebbe necessario l’ingresso del Comune, così come richiesto dalla maggioranza consiliare e votato da una parte delle minoranze. Forse Michelotti non lo ricorda.
Una ulteriore considerazione finale: nel panorama delle aziende senesi ci sono anche quelle di servizio, che ancora non hanno capito fino in fondo cosa potrà accadere; vogliono capire cosa è più conveniente per il mantenimento e lo sviluppo della propria attività e tutto ciò non ha solo risvolti industriali. Michelotti è rimasto attardato a una logica ancora del tutto spartitoria, incapace di vedere le dinamiche economiche per incoraggiarne lo sviluppo a vantaggio del futuro delle nostre comunità: un esordio decisamente insufficiente.