SIENA. Da Pierluigi Piccini riceviamo e pubblichiamo.
“A prima vista non si capisce perché si opti per un incarico ai sensi dell’ex art. 110 del Tuel, che costa molto di più e aggrava la spesa di personale. La circolare del Ministero della cultura indica al contrario il ricorso a prestazione libero-professionale con assunzione diretta di responsabilità e minore spesa. Viene da dubitare che quel posto serva a tacitare le lamentele dopo l’ennesimo rivolgimento organizzativo o sia stato già prenotato da qualcuno. Una cosa è certa: si sceglie il 110 per sottrarsi al preventivo controllo di legittimità previsto da parte della Corte dei Conti sugli incarichi professionali.
Da questo punto di vista il provvedimento è totalmente carente di motivazione. Inoltre sorgono perplessità sui criteri che vengono posti a fondamento della scelta del 110. Infatti l’ambito di competenza previsto per le misure del pnrr non si restringe a figure tecniche di ingegneri e architetti ma spazia su un campo di competenze manageriali molto più ampio. Sorge il sospetto che in realtà i criteri più che all’ambito del pnrr guardino al soggetto da assumere.
Inoltre è da dire che l’incarico libero professionale poteva fare riferimento al quadro economico del progetto e quindi finanziato direttamente dai fondi pnrr.
Per finire la procedura della rendicontazione è radicalmente sbagliata perché il resoconto va affidata ad un gruppo di lavoro che comprenda i responsabili di tutte le strutture interessate. Ciò per rispettare il sistema delle competenze in vigore che altrimenti risulta alterato”.