SIENA. Da Pierluigi Piccini riceviamo e pubblichiamo.
“Le due annunciate mostre, una sulla pittura senese del Trecento alla National Gallery di Londra (che pure, qualche anno fa ne fece una sul Rinascimento senese), che poi andrà anche al Metropolitan museum di New York, e l’altra sui bronzi senesi del Quattrocento organizzata dal Frick museum, sempre di New York per il 2025, fanno sì che la sindaca Fabio si dichiari “orgogliosa di questo grande riconoscimento”.
Una sorpresa, insomma, quella del primo cittadino, come se non fosse normale per Siena avere questo tipo di attenzioni. Si ignora forse che la città è un patrimonio dell’Umanità e uno dei cuori pulsanti della cultura e dell’arte mondiale? Non sono i pittori ̶ come dichiara il sindaco a un quotidiano locale – ad aver reso Siena famosa nel mondo, ma il valore di Siena è normalmente percepito dal resto del mondo (che ha espresso, anche, una scuola di pittura). In altre parole, queste mostre non sono considerate come un momento di legittima riappropriazione di un ruolo da protagonista (sebbene per grazia ricevuta), ma come un momento per palesare una sudditanza (leggi inadeguatezza) psicologica e culturale, dunque un provincialismo preoccupante. Si ignora, evidentemente, che, specie nel mondo anglosassone, si guarda da sempre a Siena come a un modello, a un patrimonio universale dal quale attingere e imparare a piene mani.
La storia, persino l’attualità lo dimostrano. Volete degli esempi? Persino Shakespeare copiò una commedia dell’Accademia dei Rozzi “Gli ingannati”, che ha ribattezzato “La dodicesima notte”. Negli Stati Uniti il nome Siena è sinonimo di bellezza e cultura: c’è un Siena college gestito da francescani nello Stato di New York; ci sono scarpe, profumi, automobili, negozi, prodotti alimentari dedicati a Siena. Oppure si usa il termine Sienna, nome che equivale a Terra di Siena. Dice nulla l’attrice Sienna Miller? Negli Stati Uniti potreste guidare una Toyota “Sienna”, ad esempio, in tutto il mondo si comprano scarpe Puma “Siena”. Non si contano poesie, romanzi, libri, film che omaggiano la città e il suo territorio.
Avere questa consapevolezza significherebbe produrre cultura (e non subirla), organizzare mostre e non aspettare di vincere la lotteria di scelte di grandi musei internazionali, evitare di umiliare una città di così grande prestigio con eventi di basso livello, ruote girevoli, mercatini, trenini. È un problema culturale, uno scoglio che né le ultime due giunte di centrosinistra, né le più recenti indirizzate a destra hanno mai superato (e che non stanno superando).
Implacabile, da questo punto di vista, una campagna pubblicitaria, lanciata lo scorso anno dal Comune, caratterizzata dallo slogan “Vale la pena visitarla”. Come dire: visto che è un luogo così sconosciuto, siamo noi per primi sorpresi della sua bellezza, al punto che osiamo dire che forse, potreste anche fare un salto, uno di questi giorni, e vedrete che sorpresa sarà la sua visita! È stato calcolato che l’intero centro storico di Siena stia dentro uno svincolo autostradale della città di Houston, in Texas. Ecco, un valore così grande, concentrato in un territorio così piccolo, è sorprendente. Ma questo aspetto dovrebbe essere assodato.
Assessori e sindaco dovrebbero esprimere operatività e interazione, dimostrare dinamismo e svolgere un ruolo da protagonista, sia sul piano culturale che turistico. Invece ci si ferma alle lusinghe, all’inaspettato clamore: un atteggiamento di sorpresa che è sorprendente!”.