SIENA. Da Pierluigi Piccini riceviamo e pubblichiamo.
“Non dovete dubitare: al momento giusto Franceschelli appare e dà la linea, come avveniva – più o meno – una volta nella Democrazia cristiana. E così apprendiamo che il Pd locale non è d’accordo sulla Multiutility e solleva critiche a Fratelli d’Italia sulla gestione o, meglio, la non gestione della vicenda Biotecnopolo. A sostegno di quest’ultima tesi interviene oggi sulla Nazione e il Corriere di Siena lo stesso segretario provinciale del Pd, Valenti. Ci risiamo, ma ci ritornerò alla fine di questa nota.
A cosa è dovuta questa particolare attenzione dei vertici del Pd per le biotecnologie senesi? Mi si dirà: per forza è un settore strategico e di sviluppo per Siena e il suo territorio. Vero! Ma non basta, c’è qualcosa di più. Questo comparto è ancora uno dei luoghi di presenza più significativi del partito della Schlein, con le sue appendici sanitarie e universitarie. Si tratta di una presenza, come di un potenziale sviluppo che tale è anche per il centrodestra e per Fratelli d’Italia in modo particolare, oggi al governo. Con una differenza però, da quello che è dato capire: il Pd si rapporterebbe alle vecchie figure storiche di questo mondo, mentre il centrodestra sembra guardare con particolare attenzione alle novità che il comparto offre nel e al territorio (per chiarezza Montomoli appartiene al vecchio sistema). Così facendo il Pd è costretto ad alzare la voce non potendo più soddisfare le richieste che provengono da quel settore, a cui erano state fatte delle promesse e la cui realizzazione, oggi, è in capo ad altri. A sua volta il centrodestra che si trova stretto tra le richieste, le pressioni locali e le decisioni che su un settore così delicato non possono che essere nazionali. E’ un settore quello biologico, dove le sollecitazioni, anche a livello Paese, non sono da poco. Da qui l’impasse. E ci risiamo, uno contro l’altro armati.
Mi ricordo che in altri tempi e per il bene della città le forze presenti nel territorio si mettevano insieme per raggiungere il risultato, e molto spesso ci riuscivano per poi tornare a rappresentare i propri interessi di natura prevalentemente politica. Non è tutto da buttare del passato e il dialogo tra le forze in campo non è certo un elemento di debolezza, tutt’altro. Posso anche capire il gioco politico della contrapposizione, ma quando si tratta di portare a casa i risultati per il territorio, lavoro, crescita economica e sociale allora le divisioni non servono, appartengono al mondo della stupidità”.