SIENA. Da Pierluigi Piccini riceviamo e pubblichiamo.
“Parliamo tecnicamente della procedura relativa alla realizzazione del Museo del Palio. Utilizzando la normativa più recente un soggetto privato può sottoporre all’amministrazione comunale la realizzazione di un’opera per la valorizzazione di un bene di proprietà pubblica. L’obiettivo è reciproco e le due parti contraenti devono dall’accordo convenzionale trarre un vantaggio reciproco. Nessuna delle due ne deve trarre un vantaggio particolare. Pena ne sarebbe un vantaggio privato su un bene pubblico.
Il proponente sottopone al Consiglio Comunale un progetto non in fase “appaltabile”, il costo e una convenzione. Il Comune ha tre mesi di tempo per rispondere alla richiesta del privato promotore. In generale, ma sarà anche in questo caso, è la convenzione che determina il costo dell’operazione nel suo insieme. Tenendo conto che la convenzione non sarà oggetto di discussione al momento della gara aggiudicatrice della realizzazione dell’opera. La gara potrebbe vedere un assegnatario differente dal promotore, cosa molto difficile, perché quest’ultimo può sempre azionare il diritto di prelazione. Tutto si gioca sulla convenzione con rischi altissimi, perché in questo caso la partita si gioca sul Palio, nella sua gestione e nei diritti che esso comporta sia nei confronti delle contrade che del Consorzio a livello mondiale. Sono questi gli aspetti che potrebbero determinare un vantaggio nei confronti del privato.
Per quanto mi riguarda e per le scarse notizie di cui siamo a conoscenza, resta il fatto che il Palio è un bene pubblico, gestito dal Comune per conto delle Contrade e come tale deve rimanere. Per il momento ci fermiamo qui.
Piccolo suggerimento al sindaco De Mossi che ha impostato la sua azione come se fosse di nuovo il candidato del centrodestra: il Museo del Palio potrebbe diventare il boomerang finale del suo mandato amministrativo”.