SIENA. Da Pierluigi Piccini riceviamo e pubblichiamo.
“Mah! Speriamo sia presto e che il consiglio comunale debba ancora trovare una sua sistemazione. È vero, tuttavia, che alcune considerazioni si possono già iniziare a fare seguendo il dibattito consiliare, sempre nel rispetto dell’autonomia dei singoli consiglieri.
Le prime riflessioni hanno per oggetto le mozioni presentate dai consiglieri del Pd su questioni di taglio nazionale: il tentativo evidente è quello di riportare a livello locale ciò che impegna quel partito in un confronto-scontro con il governo Meloni. Bene per i firmatari, anche se il risultato di tali iniziative produrrà un effetto leggerissimo se non nullo a livello amministrativo sia che passino, sia che vengano bocciate le richieste contenute nelle mozioni. Evidentemente i rappresentati del Pd danno per scontato che questa amministrazione durerà per cinque anni e per questo indirizzano le loro energie verso un potenziale elettorato futuro. Tutto ciò è avvalorato dal fatto che in comune i consiglieri del Pd non ricercano il consenso tramite l’individuazione di un percorso unitario con le altre forze politiche.
Inoltre, la contrapposizione dimentica, nei vari testi presentati, di affrontare il ruolo rilevante della Regione Toscana. Come si può non chiamare in causa su questioni come la sanità e il Pnrr il buon Giani? È vero che le elezioni regionali si avvicinano a passi da gigante e la difesa del presidente, che non ha brillato per capacità amministrativa, è d’obbligo, ma far finta di nulla è troppo, specie sulla sanità.
Le interrogazione del Pd, tranne alcune, poche in verità, non hanno e non vogliono prendere atto che l’amministrazione è cambiata, con la Fabio che si trova a dover far fronte ad un mare di problemi che le sono stati lasciati in eredita da De Mossi. La lista è lunga, solo per citarne alcun: dal calcio, al jazz, dal Palazzetto dello sport alla biblioteca comunale e non ultimo il biotecnopolo, a cui si aggiungono le richieste di Tls sullo spazio di proprietà della Gsk in via Fiorentina.
Il nuovo sindaco si trova di fronte a delle grane di non poco conto, che non permettono di affrontare da subito gli aspetti relativi all’impostazione delle strategica. È chiaro che istituzionalmente la Fabio non può non tentare di risolvere le situazioni che ha trovato. Sarebbe necessario, comunque, che raccontasse nel contempo lo stato reale delle questioni e come queste hanno e andranno a incidere sulla quotidianità dell’azione di governo (bilancio, pianta organica e via discorrendo).
Se l’opera di risanamento non dovesse riuscire allora potrebbe rimanere solo un’altra ipotesi: esplicitare lo stato dell’arte pena, per la Fabio, restarci invischiata e in qualche modo coinvolta. Certo, è semplice a dirsi, più difficile a farsi, perché a quel punto, qualcuno, potrebbe ricordare la continuità con la precedente amministrazione troppo difficile da liquidare. Bel problema che mi ricorda le ultime scene del don Giovanni di Mozart, come dire: una vendetta postuma.
Poi c’è, in consiglio comunale anche chi sta tentando di superare la contrapposizione tutta ideologica per riportare la discussione alla concretezza dei fatti, ora che la campagna elettorale è passata: guardare al futuro e alle sfide che Siena dovrà affrontare inevitabilmente.
A questo proposito e per quanto riguarda Per Siena è utile ricordare che il capogruppo ha già presentato all’amministrazione comunale una ipotesi di delibera su una questione che riguarda lo sviluppo economico del territorio, di cui molto si è parlato e molto si continua a parlare. Delibera che vuole essere anche uno sforzo unitario fatto tutto di contenuti come deve essere un atto amministrativo, che non ha nessun risvolto sul piano degli assetti politici”.