SIENA. Da Pierluigi Piccini riceviamo e pubblichiamo.
“I rappresentanti dei senesi si sono fatti un dibattito tutto loro alla fine del Consiglio comunale sul lavoro, senza la presenza degli ospiti e dell’avvocato De Mossi. Il quale, peraltro, ha tirato una forma di conclusione su richiesta del presidente del Consiglio comunale e ha lasciato la sala. Mi auguro – così come ho richiesto – che almeno i nostri interventi siano recapitati ai partecipanti alla riunione, in modo che possano leggere, chi ne avesse voglia, ciò che abbiamo detto. Ora aspettiamo che ci convochino per un incontro e che il sindaco che ha voluto l’incontro, ci presenti una bozza di documento sul quale poter discutere.
Intanto abbiamo ascoltato la sua introduzione in Consiglio. Poco convincente, incentrata sul dettaglio di ciò che è stato già fatto con scarsissima o nessuna visione strategica ma, in compenso, molta retorica. La retorica si è concretizzata sullo stare “insieme”: il sostantivo è stato il vero mattatore della mattinata. Un insieme, che, almeno dalle apparenze, ha fatto capire che l’interlocutore privilegiato si trova in alcuni personaggi appartenenti al centrosinistra. La relazione introduttiva è stata rimessa sui piedi della concretezza dei contenuti di qualche ospite. Ma il tutto o il quasi tutto coniugato con verbi al futuro, o al condizionale. Contenuti utili indubbiamente, ma che hanno dimostrato l’arretratezza progettuale dell’amministrazione comunale: siamo in ritardo, in notevolissimo ritardo, mentre la situazione avrebbe richiesto di essere già pronti con una progettazione condivisa e potenzialmente finanziabile. Meglio, è mancato e manca l’ente generale di riferimento: il Comune di Siena. Sul PNRR non c’è che il quasi nulla, mentre altri Comuni della provincia vanno per conto loro (Valdelsa), o altre città come Livorno hanno pronta una progettualità da presentare per il Ricovery Found. A guardare bene in alcuni casi sono già presenti diverse richieste quelle più innovative ascoltate durante la discussione della mattinata in Consiglio Comunale. E comunque, al di là della finanziabilità chi è già pronto ha dimostrato di avere un piano organico, strategico per il futuro del proprio territorio per il post Covid. Devo dire, però, che la cosa che più mi ha colpito durante il mio intervento, di fronte ai rappresentanti votati dai senesi, è lo smarrimento dei rappresentanti della maggioranza, non credo determinato dall’ora tarda. Ho avuto netta la sensazione che non sapessero di cosa stessi parlando. Eppure l’intervento verteva su questioni di attualità come la Multiutility regionale, la differenza fra NextGeneration e PNRR, Firenze Servizi (privata) o Siena Parcheggi e via discorrendo. Era come se non sapessero cosa bolle in pentola, come se non fossero stati informati sullo stato dell’arte dai membri della Giunta, e che tali argomenti appartenessero ad altri, ai soliti rapporti “interni”, magari con Giani o con il Franceschini di turno. In effetti si è capito che la riunione sul lavoro è servita anche a questo: a lanciare messaggi e non solo a senso unico. Uno fra tutti a Siena Ideale (non ricordo se questo è il nome preciso) che per prima ha dato notizia della riunione, l’unica citata da De Mossi nell’introduzione e che aveva già pronto un documento sull’abbattimento dell’IMU. Peccato per loro che questa sia stata bruciata da una iniziativa concreta di Per Siena di diversi mesi prima.
Ultima considerazione: bene ha fatto il presidente della Fondazione Rossi a presentare, come committente, la mostra sul “naturalismo senese” e a farci sapere che il Comune di Siena metterà solo i locali del Santa Maria della Scala che poi a quella data saranno stati dati in gestione, mentre l’organizzazione sarà riservata a Vernice sempre della Fondazione Mps. Mi domando: ma è mai possibile che mostre di una certa importanza vengano pensate sempre quando il qualcuno di turno sta per scadere dal suo incarico?”