SIENA. Da Pierluigi Piccini riceviamo e pubblichiamo.
“Il sistema di comunicazione previsto dal nostro Ordinamento e il sistema di comunicazione previsto dal nostro Comune.
L’ordinamento giuridico prevede un sistema di comunicazione che si collega al concetto di bene pubblico. La fonte è data dalla Legge 150 del 2000 che lo ha previsto anche per gli Enti Locali con un una precisa finalità: rendere l’azione del Comune trasparente, cioè visibile ed efficace, rispondente cioè alle esigenze della comunità locale.
Il sistema si basa sulla funzione di Informazione e sulla funzione di Comunicazione. .La prima si muove su un binario unico, parte cioè dall’Ufficio Stampa e raggiunge i cittadini e gli organi di informazione. La Comunicazione, al contrario, dispone di un binario di andata verso il mondo esterno e di un binario di ritorno dal mondo esterno verso il Comune. Produce, cioè, il cosiddetto effetto feedback (andata e ritorno).
La distinzione è fondamentale, nel senso che l’Informazione, appartiene al Comune e risponde a logiche di correttezza e veridicità, mentre la Comunicazione è il risultato di una interazione fra Comune e Comunità Locale.
L’Ordinamento giuridico intende assicurare alla comunità locale un sistema di informazione e di comunicazione complesso e trasparente. La Comunicazione si articola in interna (dipendenti ed organi del Comune) ed esterna (Cittadini, mezzi di informazione, social) ed ha un ruolo preminente e pubblico. Infatti mentre l’Informazione è affidata all’Ufficio Stampa e viene gestita da professionisti sia pur nell’ambito delle indicazioni comunali e, quindi, può assumere anche i contenuti di “vetrina” per le attività dell’Amministrazione. La Comunicazione di norma è affidata ad una struttura autonoma, l’URP o, comunque, ad altra struttura che assicura la trasparenza e l’obiettività delle notizie, con il coinvolgimento anche degli organi comunali (Consiglio Comunale) dipendenti, cittadini, mezzi di informazione e social. A queste figure si aggiunge quella del Portavoce, che non è prevista come obbligatoria e che viene nominato per scelta del Sindaco per gestire, ove crede, la sua trasmissione politica.
Nel Comune di Siena la situazione è profondamente disarticolata. Intanto l’anomalia delle funzioni di Capo di Gabinetto che non vengono affidate ad un funzionario del Comune e che riveste dunque un ruolo politico esterno rispetto al Sindaco. A questo si aggiunge l’ulteriore figura, a pagamento, del Portavoce che è vero non richiede – in Toscana si dice né arte né parte – titoli specifici, ma che è piovuto improvvisamente dall’esterno per volontà del Sindaco. Infine l’ultima riorganizzazione della pianta organica che è entrata in vigore addirittura il 22 agosto, tempo di ferie e di calura estiva, senza alcun preventivo confronto con nessuno, alla chetichella. Nulla dei principi previsti dell’Ordinamento Giuridico sembra essere stato rispettato. La Comunicazione e l’URP neppure menzionati, eppure si tratta di un sistema di valenza pubblica e trasparente. Soprattutto quando si parla dell’Ufficio Stampa che nel caso specifico, è associato direttamente al Sindaco senza quella necessaria autonomia e indipendenza che costituiscono i capisaldi del sistema di trasparenza che richiede la Legge. Anzi, si rafforza una sorta di dipendenza funzionale dalla volontà del “Capo” che se da un lato cancella la comunicazione vera e propria per la quale non si prevede alcun posizionamento efficace e trasparente; mancanza di trasparenza che si ricava anche in una assenza di collegamento con il Consiglio Comunale. Dall’altro con questo regolamento il tutto si riassume e rapporta allo staff del Sindaco. Si pone cioè un problema di legittimità dell’azione e della spesa che De Mossi sembra non voler affrontare, chiuso com’è dalle figure che ne accompagnano il percorso: il capo di gabinetto e il portavoce. Ma la cosa più grave è l’inserimento nel sistema “ad personam” della sola Informazione ed attività del Palio. Fatto grave e mai realizzato da alcuna Amministrazione Comunale, perché la Comunicazione deve essere di per sé obiettiva e trasparente e non può dipendere in alcun modo da un unico soggetto fosse lo stesso Sindaco, pena la violazione della Legge 150 del 2000. Secondariamente perché si sta realizzando proprio quello che i Senesi e lo stesso mondo contradaiolo non vuole, cioè, lo sfruttamento a fini di parte, di una unica parte, del Palio e delle attività che lo riguardano.
In conclusione, si assiste ad una riorganizzazione complessiva della pianta organica che, anziché rendere trasparente l’operato del Comune – tema che riprenderemo anche rispetto al funzionamento del servizio finanziario –, sembra orientato a mascherarlo. Nel caso del Palio la volontà sembra essere quella di scegliere soluzioni che anziché valorizzarlo come manifestazione di Popolo e del Popolo Senese, vorrebbe farlo passare per un fatto privato nella mani di qualcuno. Non è in tutto ciò il valore ed il bene pubblico a cui risponde la funzione di Comunicazione prevista dalla Legge 150″.