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di Erica Nencini
AIENA. Nelle ultime settimane sono scorsi fiumi di parole per raccontare l’incresciosa “vicenda della piadina” che tanto ha indignato il Consorzio per la Tutela del Palio di Siena e i cittadini senesi. Di fatto non è la prima volta che Piazza del Campo, nella sua veste paliesca, viene utilizzata a scopi pubblicitari, ma questa volta la questione si è trasformata in un vero e proprio caso mediatico.
Se molto è stato scritto sul perché una simile pubblicità andasse contro lo Statuto del Consorzio per la Tutela del Palio di Siena, poco è stato lo spazio lasciato ai creatori dell’immagine incriminata per addurre le loro giustificazioni.
Ieri sera (28 maggio), nel giorno dell’inaugurazione di Piadina + presso il centro commerciale Galleria Portasiena, abbiamo incontrato Luca Gradassi, direttore creativo dell’agenzia di comunicazione, Andrea Bolloni, social media manager e Leonardo Gervasi, titolare di Piadina +. Tutti e tre si sono detti estremamente mortificati per quanto accaduto e più di una volta hanno affermato che “ lo scopo della pubblicità era quello di far capire, tramite un indovinello, in quale città avrebbero aperto il prossimo punto vendita”.
“Volevamo giocare sul luogo, non sull’evento – ha sottolineato Gradassi -. Facendo delle ricerche su internet avevamo scoperto che era assolutamente vietato, ai fini commerciali, mostrare le contrade. Proprio per questo pensavamo che i Carabinieri a cavallo non rappresentassero un problema. Noi non volevamo urtare la sensibilità di nessuno, ma ”. Le loro scuse appaiono sincere, tangibile la loro mortificazione. Non è facile per un “non-senese” entrare sotto la pelle di una tradizione secolare come il Palio, capirne le dinamiche, i sentimenti più viscerali – quasi ancestrali – che la animano e la sacralità di cui i senesi investono la Festa. Se le ragioni del Consorzio sono chiare per i senesi, perché facenti parte di quel comune sentire in cui rispecchiarsi è naturale, magari meno chiare risultavano per i tre umbri e, forse, non è necessario continuare a fargliene una colpa. Adesso che si sono rimessi in regola con il Consorzio, altro non sono che professionisti, impegnati nel far nascere e promuovere un’attività commerciale nella nostra città, luogo in cui hanno voluto investire.
Ieri in molti erano stati invitati a sedersi al tavolo della pace, per condividere una piadina e confrontarsi sull’accaduto. Pochi hanno aderito, perdendo così l’occasione di offrire ai senesi l’altra faccia della medaglia della questione.
E se qualcuno ancora ha la bocca amara per la piadina in piazza, forse dovrebbe assaggiarla e lasciare che il proprio malcontento venga cancellato dal sapore genuino della farcitura e dalla croccante sfoglia. Forse forse la piadina della discordia può trasformarsi nella piadina della pace!